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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Per il gatto con gli stivali

Chi sono io. Sono una che si alza la mattina e le viene da scrivere. Sono una che inventa e ama vivere ciò che inventa. O viceversa. Sono un’anima che ha bisogno dell’Altro per avvertire la propria esistenza. Sono senza averi. E non mi interessa l’accumulo. Tutto ciò che mi serve, lo contengono le mie mani che danno voce ai miei pensieri di aria. Che diventano storie. Che ritornano aria.
Chi sei tu. Sei uno autonomo, quello che a me manca : fiducia e serenità. Sei quello che ascolta poco, ma comprende molto. Il contrario di me. Sei uno a cui piace parlare oltre misura. L’esagerazione di parole, in qualche modo, ci accomuna.
Chi sei tu. Sei uno che non racconta le cose importanti, quelle che fanno capire all’altro con chi ha a che fare. Ma tu, delle cose importanti, le hai mai vissute nell’arco dei tuoi trent’anni ? Una volta te l’ho chiesto e mi hai risposto che no, che grandi cose non ti erano successe. Quindi sei uno che ha avuto una vita tranquilla. E credo che ce l’avrà sempre.
Chi sono io. Sono una che dice una cosa ma ne pensa cento, altre volte ne dice cento tutte in fila, ma ne pensa una soltanto. Intensamente. Sono una fatta d’aria e di terra che cerca continuamente di avvicinarsi alla terra. Peccato che l’aria non sia d’accordo. Perciò mi ritrovo sovente con i pensieri in volo. Sono una che, arrivata a trent’anni, avrebbe deciso di mettere la testa a posto, al posto giusto, quello che ti impone i piedi per terra. Peccato che l’aria sia ovunque intorno a me, alla mia testa, ai miei piedi che camminano e che prima di toccare terra, ogni volta, tagliano l’aria che muove altra aria che muove altra aria. Che entra nei polmoni, che arriva al cervello. Che produce pensiero. Ecco i miei pensieri di aria. Che diventano storie. Che ritornano aria.
Chi sei tu. Sei uno che nella vita se ne è andato, si è staccato dal comodo guscio. Si è aperto una strada che ha sempre seguito aldilà del dubbio e della difficoltà. Il contrario di me che sono rimasta, che ho scelto di imboccare la strada sbagliata per convincermi di quella giusta. Troppo difficile per scegliere di percorrerla dall’inizio. Sono comoda io. Estremamente complicata. Chi sei tu. Uno che chiede molto, ma dà di più. Io invece do molto e chiedo l’impossibile. Non c’entra che sia donna. Tutto questo si chiama semplicemente essere stronzi. Una cosa che prescinde dall’essere maschio o femmina. Chi sei tu. Sei uno che il sesso. Anch’io. Sei uno che non ha ancora capito il mio potenziale grado di sofferenza interiore. Io potrei soffrire fino a morire. Ma questo concetto è troppo poetico per te che vivi di scienza. Ma non dimenticarti mai la frase di Georg Groddeck che dice che « vi sono problemi che la conoscenza non risolve. Un giorno riusciremo a capire che la scienza è soltanto una sorta di variazione della fantasia, una sua peculiarità, con tutti i vantaggi e i pericoli che la specialità comporta ». Chi sei tu. Sei uno che ha voglia di mettersi in gioco. Io anche. Sei uno un po’ distratto ancora. Non capisci sempre quando è il momento di abbracciarmi in silenzio. Ora che te l’ho detto farai così tanta attenzione al momento da diventare ancora più goffo di quanto già sei. Ma mi piaci anche per questo. Chi sei tu. Sei uno che non fa ridere. Mi fanno ridere le donne che dicono che amano gli uomini che le fanno ridere. Che si tengano pure tutti i clown che ci sono in circolazione. La scelta è imbarazzante. E bravo a chi l’ha capita. Io amo le persone tristi. Ritengo siano le più autentiche. Il punto è che tu non mi fai ridere, non mi fai piangere. E, allora, cosa fai ? Mi fai sentire amata. Forse è banale, ma è vero ed è una cosa importante. Adesso ce l’hai anche tu una cosa importante da raccontare. Chi siamo noi. Siamo due su cui potrei scrivere pagine e pagine e pagine ancora se non fosse che è notte e la mente è appesantita. Chi siamo. Noi.

This entry was posted on mercoledì, settembre 3rd, 2008 at 01:25 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

5 Responses to “Per il gatto con gli stivali”

  1. Lu
    18:48 on settembre 3rd, 2008

    ma perchè in sto blog commento solo io? io che non so provare neanche la metà delle cose che ha provato S. io che sono una pura e semplice vigliacca? In bocca al lupo a voi due..io lo so chi sei tu..e prima o poi spero di incontrare anche l’uomo tranquillo..e non clown.

  2. Silvia Castellani
    18:59 on settembre 3rd, 2008

    Commenti solo tu perchè gli altri non esistono. Ancora. O, magari, hanno i crampi alle mani.
    Crepi il lupo.

  3. Lo stivale destro
    19:58 on settembre 3rd, 2008

    Chi sono io? Non so chi sono io. Ma sono, e questo mi dà energia. Mi dà energia la vita, il calore del sole, il buio della notte che rende tutto più misterioso ma, al contempo, crea complicità, dei corpi e delle menti.
    Sì, non ho mai vissuto cose importanti nella mia vita. Cose che mi hanno segnato. Io sono come un fiume, tutto scorre, tutto prima o poi va in mare.
    Ma il mare è la vita, e prima o poi anche il mare risente di tutte le cose che il fiume gli riversa. Forse non ho mai pensato che una cosa fosse insormontabile, ho sempre scavalcato l’argine o l’ho raggirato. D’altronde le dighe non erano poi così tanto alte, non apparivano terrificanti, e tutto scorre. Scorre come una vita tranquilla, quella che ho, che desidererei tutti potessero avere. Una vita che è stata scossa da un’onda anomala, causata dall’aria. L’aria mossa dai tuoi pensieri, dalla tua presenza, dalla tua voce. Vento, che fresco sulla pelle mi risveglia, mi riporta alla realtà, una realtà fantastica, piena, inebriante, viva. E’ quel vento che desidererei tutti sentissero, è quel vento che dà un senso al mio essere, è quel vento la cosa importate che ho da raccontare. Una cosa che come il vento che nessuno può vedere.

    La scienza è fantasia. L’AMORE è l’essenza della fantasia che rende la realtà fantastica, STUPEFACENTE.
    Tu mi dai essenza.

  4. Monja Calesini
    17:19 on settembre 9th, 2008

    Complimenti….davvero complimenti.
    Noi non ci conosciamo ma so che avremo presto il piacere, sono un’amica di Giachy, Monja.
    Mi piace come scrivi mi piace sopratutto come arrivi all’essenza delle tue considerazioni senza per forza dover definire il tutto come certezza.
    Sono poche le persone che sanno vedere oltre l’apparenza, quelle per cui la vita non è nè bianca nè nera, che sanno cogliere le sfumature…..e riconoscere il valore delle persone che incontrano nel loro percorso.
    Non so quanto possa valere questo mio commento, ma è giusto far sapere a chi con la leggerezza dell’aria regala un’emozione e un momento di autenticità a quelli come me, troppo presi dalla rincorsa al superfluo dove tutto è mai abbastanza…..e l’impossibile è il vero obiettivo.
    Grazie…..ancor di piu oggi nel giorno del mio compleanno.

  5. Silvia Castellani
    22:02 on settembre 9th, 2008

    Grazie a te. E buon compleanno.

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