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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Archive for marzo, 2012

Bisogno n. 3| Fame di vita

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marzo 15th, 2012 Posted 20:16

A volte mi fermo a riflettere. Tutti i giorni mi fermo a riflettere. Penso ai miei errori, alle mie ossessioni, alle mie priorità. Poi, puntualmente, mi viene in mente la difficoltà della vita e mi viene in mente la morte. Quella fisica, quella psicologica, quella di fronte alla quale tutto il resto cade, si riduce a poco, a banalità, a sciocchezza. Ecco, io penso di essere una che ha molta fame di vita, penso che però, di fronte alla morte, so fermarmi. Perché tutta la frenesia che accompagna la vita di ciascuno di noi, per avere un senso, deve fermarsi di fronte al nulla. E’ importante per dare il giusto peso alle cose, a tutte le cose. Altrimenti ti ritrovi a passar sopra ai cadaveri. Ragionavo pochi giorni fa con un’amica, gli ho detto, eravamo all’aperto: “senti gli uccellini che cantano, guarda c’è anche il sole e noi che siamo così preoccupati su tutta una serie di cose piccole” e pensavo, di fronte alla grandezza della natura, anche questo gli ho detto, che la vita umana in fondo è davvero breve, pensavo che io stessa mi sono svegliata una mattina con già trentaquattro anni, quando mi pareva fino al giorno prima di averne dieci in meno. La morte è un argomento serio, se si pretende, come la sottoscritta, di avere fame di vita.

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Bisogno n. 2 | Limoni

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marzo 14th, 2012 Posted 11:51

Quest’anno è partito a rilento, è partito attraverso una serie di situazioni di stallo. Quest’anno è un grande anno, lo sento, perché è quando non vedi la luce che allora forse c’è una speranza. La speranza si chiama scrivere, si chiama vivere. Quando quella donna mi ha detto: secondo me ti prendono, hai un bel musetto, mi è venuto da ridere, molto da ridere, mi sono sentita un cane, volevo scodinzolare, poi morderla. Se lo meritava, anche per tutto il resto. Al provino io ho detto la verità, che ero una pensatrice cre-attiva e l’ho spiegato bene, cosa volevo dire. Devo fare sempre così, andare diretta al dunque, dire bene le cose, senza paura di non essere compresa. Le persone sono più intelligenti di quello che crediamo. Mio marito mi dice sempre che gli altri capiscono, mica sono stupidi. E dice anche che io faccio rumore con il silenzio e lui fa rumore con il rumore. Questo è molto vero. Mi sono fissata con il limone, da qualche tempo. Intendo l’alberello. L’ho messo sul davanzale adesso, dopo tutta quella neve che è caduta. C’è un limone a penzoloni, intendo il frutto, e qualche ramo ha grosse spine. Lo guardo e penso alla Sicilia e vorrei vivere in Sicilia, in mezzo a tutti gli Aci, Castello, Trezza, Reale. Una volta sono andata a vedere la casa che ho stabilito essere del Verga. Infatti non risulta che abbia abitato lì ma io mi sono convinta di sì, ho una foto su una sedia nel ’suo’ giardino, ho chiesto ad un amico di fotografarmi in quella natura immortale. Quando guardo quella foto, sento dentro la libertà e la pace. Ricordo il silenzio, il caldo avvolgente, il profumo di fiori e la bellezza, qualunque cosa significhi. Mancava la fretta, mancava tutta l’idiozia della società moderna. C’erano reti, di pescatori, lungo la strada, c’era una donna, che guardava l’asfalto deserto, c’ero io che immaginavo e ancora immagino e chissà se ero davvero lì o altrove, con la mia carne e le mie ossa. Oppure con la mente dentro a un libro, una storia lontana, ma presente.

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