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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Archive for novembre, 2008

Come sono diventata stupida

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novembre 29th, 2008 Posted 13:41

C’è un libro che si intitola « Come sono diventato stupido ». In Italia non ha avuto un successo clamoroso, in Francia sì. Ma i Francesi, dal punto di vista culturale, forse sono più avanti. Comunque, questo libro parla di un tipo che fa di tutto per farsi fuori finché, non riuscendoci, decide di diventare stupido. Eccellente soluzione. Altro che alcol e droga. Queste sono modalità autodistruttive superate. Il futuro sta nell’idiozia autoprocurata. Non è reale, non fa danni e garantisce dei trip mentali eccellenti. Basta solo un po’ di esercizio. Io, ormai, sono un’esperta. Entro ed esco dai trip di stupidità come e quando voglio. Anche se, lo devo dire, ce n’è uno che non riesco a gestire che si chiama « Fischia il vento ». L’ultima volta di « Fischia il vento » è stata ieri sera. Vi racconto da dove sono partita. Sono partita che ero al telefono con un ragazzo che poi è il mio ragazzo, quello con cui sto insieme da qualche mese. A dirla tutta, ci sono andata anche a convivere, un giorno recente che sentivo di avere bisogno di prendere una decisione importante. Ma non lo so mica bene chi sia. Allora l’ho risolta dicendo a lui e di riflesso a me stessa : « Sei un buon uomo, imparerò ad amarti ». E’ andata proprio così. E tutto sommato, credo mi sia andata di culo. Bé, insomma, ero al telefono con il buon uomo quando si è manifestato il trip cronico di « Fischia il vento ». Essendo una canzone, mi sono messa a cantarla perché non c’è modo che mi liberi di lei se non la faccio uscire dal cervello. Il buon uomo mi fa : « che razza di trip ti stai facendo ? ». Niente, non c’è stato modo di smettere e ho dovuto chiudere la conversazione. Il problema di questo trip cronico di stupidità autoprocurata è che non mi ricordo mai tutte le strofe di « Fischia il vento » ma per fortuna so a chi rivolgermi. C’è Marco. Lo chiamo e mi faccio cantare tutte le strofe. Voglio sentire dire che il partigiano torna a casa con la rossa sua bandiera altrimenti non sono contenta. A me « Fischia il vento » mi viene in mente a tradimento. Una volta ero in gita alle superiori, ero in camera con delle mie amiche di liceo a parlare dell’ultima moda in fatto di rossetti per le labbra e tac. All’improvviso « Fischia il vento ». Quella volta l’ho voluta anche ballare e ci sono delle foto compromettenti che mi ritraggono nella posizione del piccolo cosacco. E allora, ci sono ancora giovani che si ubriacano, per esempio. Ma lasciate perdere. Se volete una botta d’adrenalina, perché vi annoiate o non sapete come menare il giorno, chiamatemi che ve la do io una mano a stare allegri. E magari ci facciamo anche una bella cantata sulle note di Fischia il vento. E ricordatevi che la nuova frontiera dello sballo sta nei trip di idiozia autoprocurata.

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Leideenuovenecessitanodispazio

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novembre 19th, 2008 Posted 20:21

Leideenuovenecessitanodispazioleideenuovenecessitanodispazioleideenuove…

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Anche una lettura in chiave laica non intacca la potenza espressiva

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novembre 15th, 2008 Posted 17:51

« L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico : non importa, amalo. Tutto quello che costruirai potrà essere distrutto in un attimo : non importa, costruisci. Dà al mondo il meglio di te e ti prenderanno a calci : non importa, dà il meglio di te ».

Madre Teresa di Calcutta.

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Il mio curriculum non fa testo

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novembre 13th, 2008 Posted 20:42

Il titolo dice già tutto. Il mio curriculum non fa testo. Eppure, ad oggi, è la pagina che ogni giorno viene letta di più sul mio blog. Allora ve lo dico espressamente, cari lettori: a meno che non dobbiate assumermi, leggete i miei testi, per favore. E ricordatevi sempre che fra l’essere e il fare c’è di mezzo il pensare.

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Dati di coscienza alla mano

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novembre 12th, 2008 Posted 15:35

Hanno dato fuoco a un barbone. Mentre stava dormendo su una panchina, a Rimini. Hanno dato fuoco a un senzatetto, un homeless, un clochard, un barbone. Chiamalo come vuoi. L’importante è che tu capisca il concetto: gli hanno dato fuoco. Ma chi? Chi ha dato fuoco al barbone? Boh. Non si sa. Non si sa ancora o non si sa? Boh. Non si sa. Punto. Il senzatetto ha un nome. Si chiama Andrea. Ora non vale più la regola “chiamalo come vuoi”. Ora che sai come si chiama, lo devi chiamare col suo nome, Andrea. Ne prendo atto. Prendo atto che hanno dato fuoco ad Andrea. Poi, penso a quanto la notizia mi sconvolga. Il mio codice morale mi suggerisce che dovrei essere incazzata. E molto. Così mi guardo dentro per capire cosa provo. Esattamente. Ma cè una sorta di schermo intorno a me. Esattamente. Temo possa essere indifferenza. Decido di andare avanti. Oltrepasso lo schermo che è come una spessa coltre di nebbia che vuole anestetizzarmi. Perchè le brutte notizie sono troppe e allora vedi di farne rimbalzare alcune. Cosa vedo al di là della coltre di nebbia. Vedo che esistono ancora persone che non possono o non sanno difendersi e altre che si permettono di attaccarle. Che esistono i forti ed esistono i deboli e che questi ultimi sono condannati a pagare. Che la giustizia è un ideale troppo nobile e che ancora troppi esseri umani non sono all’altezza di rappresentarlo. Che il rispetto è un optional e il diverso è percepito come un nemico, un peso, un elemento da eliminare, distruggere, annientare. Non sempre, ma spesso. E non me ne frega niente, adesso che è successo il fattaccio, di pronunciare frasi fatte. Voglio solo andare a fondo. Voglio arrivare alla mia coscienza. Credo di esserci arrivata ora, perchè penso. E mentre penso, mi rendo conto che mi sto incazzando. E molto. Sento di essere colpevole. Colpevole per tutte le volte che potendo fare qualcosa, ho usato indifferenza per il mio prossimo. Colpevole di pensare che sarò sempre impotente di fronte al male. Colpevole di non fare abbastanza per reagire alla stupidità di certi miei simili. In qualche modo, dati di coscienza alla mano, sto pensando a tutto questo. In qualche modo mi sto incazzando di brutto. In qualche modo sto dicendo no alla coltre di nebbia che mi circonda. In qualche modo, insisto a pensare. E se insisto a pensare significa che sono sulla buona strada per cambiare le cose.

Procedura per immagini

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novembre 5th, 2008 Posted 19:08

Oggi sono costretta a procedere per immagini e brevi associazioni di idee. Ci sono giorni, infatti, in cui le parole si stufano di me a tal punto da lasciarmi con la testa vuota. Con quella “nothing box” così cara agli uomini. Nel senso di maschi.

Vivi, morti o x (ics) arriveremo a “destinazione lavoro”

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novembre 4th, 2008 Posted 14:33

Poco fa leggevo dei commenti di ragazzi come me che sono in cerca di lavoro. Molti si lamentano del fatto che tramite internet non si rimedia un cavolo. E io che questa mattina ho speso almeno tre ore a inviare curricula per via telematica… Un tipo afferma che sono quattro mesi che si dà da fare a cercare lavoro tramite i siti che di questo si occupano, un’altra dice che dopo cinque mesi, il lavoro l’ha trovato, ma da sola, non certo grazie ad internet. Ma chi mi ha colpita di più è stato un ragazzo che dice, in sostanza: “solo i figli di papà trovano lavoro”. Mi dispiace ragazzi, per voi e per me che siamo tutti sullo stesso gommone. Il nostro è un autentico viaggio della speranza, ma ce la faremo. Non si sa se arriveremo a destinazione vivi, morti o x, come il pacco incognita di “Affari tuoi”. Ma in qualche modo, visto che qui gli affari sono i nostri e il mercato del lavoro è un campo di guerra, a destinazione dobbiamo arrivarci. Se moriremo prima, durante il percorso di ricerca, saremo morti con onore. Senza le mani in mano, ma su una tastiera, a testimonianza dell’impresa compiuta. Ci hanno detto, prima di partire per la crociata che non sarebbe stato facile, ci hanno detto che non tutti ce l’avrebbero fatta. Qualcuno ci ha presi per il culo durante gli anni dell’università, qualcuno ci ha derisi, qualcuno, infine, ci ha raccontato delle favole rassicuranti. A un certo punto abbiamo pensato alla nostra “destinazione paradiso” ma ci siamo presto accorti che si trattava di un’illusione preconfezionata. E allora forza combattenti, riprendiamoci la dignità in spregio a chi ci ha dato dei bamboccioni. Adattiamoci. Questa è la nuova parola d’ordine. Per quanto mi riguarda, se le prossime tre settimane non daranno frutti, ho deciso di adattarmi a tutto. Tolta la prostituzione, posso arrivare anche a spalare la merda. Se è vero che dal letame nascono i fior…

Buona fortuna a tutti noi.

Santa Silvia

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novembre 3rd, 2008 Posted 18:55

Oggi è Santa Silvia. Festeggerò con i miei pensieri nell’accampamento militare (vedi post “basta poco”). Brinderemo con una beck’s da 33. Speriamo che basti per tutti. Ne dubito.

La frase del momento: dura lex, sed lex.

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