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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

“I am the dream”

A volte ci scherzo su, ma in fondo ci credo. Dico “I am the dream” riprendendo Martin Luther King e la sua celeberrima frase. Puntualmente qualcuno mi corregge ma io so quello che ho detto e non mi sono sbagliata. Volevo proprio dire così: “I am the dream”. Sono il sogno. Io sono il mio sogno. Il sogno è dentro di me e solo io potrò realizzarlo e realizzarmi. Il sogno è i miei pensieri, la mia Parola, io che sento e ci scrivo su. Senza stare tanto a ciurlare nel manico, come avrebbe detto la Ventura nei suoi tempi migliori, il sogno è scrivere, essere “autrice mediatica” nel senso di programmi radio e tv. Il mio sogno vuole essere condiviso con le altre persone, vuole rappresentarle le persone, contribuire al formarsi di una coscienza condivisa. Lo so, è un sogno ambizioso e pure rischioso ma un’idea per essere tale deve essere rischiosa, altrimenti che idea è? Non mi piace troppo spesso il come e il cosa comunicano i media. Mi piace pensare che io potrei contribuire a diffondere messaggi diversi che meglio rappresentano la società che è fatta di individui differenti che hanno diritto ad avere Voce e non tutti ce l’hanno. Vi voglio bene. E ricordatevi “I am the dream” vale per ognuno di noi. Così è, anche se non vi pare.