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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Archive for luglio, 2008

E… due a Villa Mussolini

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luglio 23rd, 2008 Posted 18:03

Andrea G. Pinketts è ripartito ieri da Riccione per andare al Giffoni film festival dove verrà presentato « Zoe », il film a cui ha preso parte come attore nel ruolo di principe. La regia è di Giuseppe Varlotta.
Anche quest’anno siamo tornati insieme sul luogo del delitto, ovvero Villa Mussolini. I ruoli però erano invertiti. Quest’anno sono stata io a introdurre la presentazione del suo ultimo libro « La fiaba di Bernadette che non ha visto la Madonna ».

E’ stata anche un’occasione per conoscere meglio Fabio Avanzolini che definiremo, per brevità, direttore artistico di un noto hotel di Cattolica. E’ stato strabiliante nelle sue performances, sia sul palco, sia dopo, in discoteca.
Cosa dire? Forse solo che, come sempre, è stato bello avere incontrare Andrea G. Pinketts il quale, proprio un paio di giorni fa, qui a Riccione, ha detto di sé : « Sono un anarchico situazionista ».
E guai a chi dice situazionalista!
Nella foto, scattata ieri in un ristorante di Cattolica: Andrea, Fabio e io.

La prospettiva

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luglio 19th, 2008 Posted 21:33

C’è un film di cui non ricordo il titolo. Non è un film di quelli che si ricordano. Ma c’è una frase, in quel film, che è di quelle che si ricordano. La frase ha a che fare con la paura, un qualcosa che nella mia vita ha un ruolo fondamentale. Mio malgrado.
La frase è la seguente : « il coraggio non è la mancanza di paura, ma la consapevolezza che esiste qualcosa di più importante della paura ».
Forse questa frase ha più a che vedere con il coraggio.
Il punto è che io sbaglio prospettiva.

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100 passi

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luglio 19th, 2008 Posted 00:06

Ho contato 100 passi.

Ho contato e camminato. E cantato. Intanto guardavo la luna piena coperta dalle nuvole.

Poi ho finito di contare e insieme di camminare. E di cantare.

La luna non era più coperta dalle nuvole.

Lì mi sono sentita.

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L’arte di insultare (Schopenhauer)

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luglio 16th, 2008 Posted 22:27

La natura parla così: “L’individuo non è nulla e meno di nulla. Ogni giorno distruggo milioni di individui per gioco e per passatempo: abbandono la loro sorte nelle mani del più lunatico e capriccioso dei miei figli, il caso, che dà loro la caccia a suo piacimento. Do vita ogni giorno a milioni di nuovi individui senza minimamente indebolire la mia forza creativa, così come la forza di uno specchio non si esaurisce per il numero di immagini del sole che, una dopo l’altra, esso riflette sulla parete. l’individuo non è nulla”.

Oggi ho trovato altri sette minuti. Per fermarmi. Per leggere. Per imparare. Per pensare.

Sette minuti al giorno. Non sono molti. Ma possono fare la differenza. Per ogni individuo. Perchè possa trovare un appiglio nel nulla.

S. sta dormendo. Forse sta sognando. Ma mi piace pensare che la sua testa sia invasa dal nulla. Da quel nulla che da sveglio non gli dà tregua. 

 

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Solo 7 minuti

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luglio 16th, 2008 Posted 15:40

In questi giorni non ho tempo. Eppure non mi è mai interessato. Il tempo. Questo l’ho già detto. E lo confermo. Tuttavia, resta un dato di fatto : in questi giorni non ho tempo. Perchè il mio tempo non riesce a liberarsi dal lavoro, quel qualcosa che, si dice, nobilita l’uomo, ma che spesso lo debilita.
Sull’argomento tempo, sono certa, ritornerò.
Ora ho esattamente sette minuti liberati dal lavoro e li userò per questa pagina. Per inserire in questo spazio di rete un po’ di parole. Che hanno a che fare con una borsa gialla di paglia con dei girasoli e con delle ciabatte. Gialle anche quelle. Forse le parole di oggi hanno anche a che fare con un numero di telefono che mi ostino a non comporre.

Ho comprato una borsa di paglia gialla con due girasoli. L’ho comprata per strada, di notte. Siccome era notte e io volevo il sole, ho comprato quella borsa con i girasoli. Non la indosso mai. La guardo soltanto. Sempre di notte. Penso che, guardando intensamente i girasoli, arrivi presto il giorno e, con il giorno, il sole.
Ogni volta che guardo la mia borsa di paglia gialla, sento che quello è il momento più bello perchè è ancora notte ma io, con quel mio pensiero, accelero i tempi per fare tornare il sole.
La borsa è aperta. Non ha nessuna cerniera che possa nascondere l’interno. Per questo non la indosso. Perchè dovrei riempirla con delle cose, con le mie cose e le persone di sicuro le guarderebbero e rimarrebbero sorprese. Perchè in una borsa da donna, anche in una con i girasoli, ti aspetteresti di trovare un portafoglio, delle caramelle magari, degli occhiali e una bustina portatrucchi. E invece, io in quella borsa gialla ci infilerei soltanto le mie ciabatte gialle, quelle che uso per camminare e vedere bene le cose. Le vorrei fare un po’ riposare visto che loro hanno portato a spasso i miei piedi per molto tempo. Vorrei portare i miei piedi in spalla, attraverso le ciabatte gialle.
E a chi mi chiedesse il senso di questo contenuto, risponderei che è un non senso chiedere del contenuto delle cose.
I girasoli della borsa sono finti. Sono di quei fiori per sempre, come mi disse qualcuno, una volta. Ho scoperto, nel tempo che da quella volta è passato, che preferisco i fiori freschi di quelli che dopo un po’ muoiono, anche se cambi ogni giorno l’acqua del vaso. Li preferisco perchè sono più veri, perchè niente è per sempre. Anche le cose devono morire, come tutto il resto.
C’è solo una cosa che non può morire e non si chiama amore.
Sto provando a ricordare un numero di telefono.
Mi hanno detto che devo imparare a camminare. Chi l’ha detto non sa niente delle mie ciabatte gialle e della borsa di paglia gialla con due girasoli.
Sto provando a ricordare un numero di telefono. In questo preciso momento mi sfugge anche se è lì, da qualche parte che aspetta. Preferisco lasciarlo lì. Penso che per usarlo bene, devo trovare una cosa da dire. Una cosa bella. Di solito non servono cose da dire alle persone, soprattutto per telefono. Ma con certe persone, è diverso. Ce ne sono alcune percui una cosa da dire serve, e serve bella. Smetterò adesso di pensare a quel numero di telefono. C’è il rischio che me lo ricordi e sarebbe un peccato se succedesse prima che abbia trovato quella bella cosa da dire.
Tornerò a guardare la borsa gialla con i girasoli. Ma più tardi, quando sarà notte e ci sarà bisogno di accellerare i tempi del sole.
Adesso mi concentrerò su un’ immagine che ho visto molto tempo fa. Quasi un anno fa, in Francia. C’è un balcone con un ombrellone scolorito e tanti fiori. Non sembra un balcone, sembra una serra costruita su un balcone, con un ombrellone al centro. Il balcone si trova in alto, al terzo piano di un grosso edificio grigio. Metto gli occhiali per vedere meglio. In quella serra sospesa nel grigio di quell’edificio, non ci sono girasoli. O forse sì. Sono in Francia e cammino piano perchè voglio vedere bene le cose…

Sono quasi le 16 e ho voglia di immergermi in una vasca d’acqua ghiacciata. Blu.

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Meno male che c’è S.

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luglio 14th, 2008 Posted 21:48

Piove. Piove molto. E’ strano che piova. Siamo a Riccione ed è il 14 luglio. Non dovrebbe proprio piovere. o forse sì.

Comunque.

Perchè poi ho iniziato a parlare del tempo?

In realtà non mi è mai interessato. Il tempo.

Ma accade che se ne parli. Quando non si sa cosa dire. Come ora.

Ma il fatto è che S. (e meno male che c’è S. ) mi ha detto: “Silvia scrivi, dai”. E, ancora: “vediamo se sai scrivere”

Una sfida. Forse. Una bella sfida. Lanciata da S. che mi ha aiutata, dal punto di vista tecnico-informatico, ad aprire questo blog.