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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

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Una storia sul Castello

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giugno 20th, 2016 Posted 21:42

Da bambina chiedevo spesso a mio nonno di portarmi a vedere il Castello (degli Agolanti). All’epoca non era come adesso. Per arrivarci bisognava percorrere un sentiero sterrato, spesso io volevo passare per la collina, addirittura, dove non c’era alcun sentiero. Amavo l’avventura, evidentemente, già allora. Mio nonno raramente mi ci portava. Erano più le volte che mi diceva no. Così, tutte le volte che rimanevo a casa, mi inventavo una storia sul castello e me la vivevo nella mia testa. Un giorno, sul Castello, dovrò proprio scriverla, una storia. Ecco perché stanotte ho lasciato il cielo bianco, perché è la mia pagina da scrivere. – Appunti fotografici, 2014.

Ph. Silvia Castellani


Scatti misti a Riccione

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luglio 20th, 2015 Posted 16:24

Due sedie in un giardino apparentemente abbandonato, Marilyn e il Papa.
(Scatti misti a Riccione)
/ 40 gradi, sudare da fermi, sognare la pioggia, obiettivo vacillante, pensieri sconnessi./

sedie 4

sedie 3

sedie 2

sedie 1

Per AP 3

Per AP 2


Dalle mie fotografie – L’albero d’oro, la luna e la stella

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marzo 23rd, 2014 Posted 09:33

L'albero d'oro, luna, stella

E’ il momento di raccontare questa storia

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agosto 7th, 2008 Posted 17:56

Un giorno di tanti anni fa, ho scoperto che in questo mondo c’è più di una Silvia Castellani. Poi, un altro giorno, non troppo tempo fa, ho scoperto che c’è anche più di una Vera Mente. Avevo immaginato entrambe le cose. Ma immaginare è un conto. Scoprire è un altro conto. L’importante è capire che ognuno di noi ha un proprio spazio e, soprattutto, un proprio tempo. L’avevo detto che sarei tornata sull’argomento. Per quanto riguarda il tempo di Silvia Castellani, finalmente è iniziato. Il tempo di Vera Mente non è soggetto a definizioni. E’ ovvio che io stia parlando di quelle Silvia Castellani e Vera Mente che mi coinvolgono in prima persona. Le altre, tutte le altre, non mi riguardano.

Ora andrò sul personale, perciò i deboli di intelletto nonché di cuore, si allontanino da qui.

Ho rimandato il racconto di questi fatti per un po’ di tempo, ma adesso sento che è arrivato il momento. Sono pronta.

Non riuscirò a raccontarli come dovrei, già lo so. Ma voglio provarci.

Dobbiamo ricorrere alla storia. Alla mia storia che inizia con un nome impegnativo, uno di quei nomi che non capisci se riuscirai a sostenere perché dietro a quel nome si nasconde una vita troppo bella perché tu possa accettare di viverla. Perché le cose bellissime fanno paura.
Così ricorro a un alter ego, che decido di chiamare Vera Mente e grazie a lei trovo il modo per iniziare a viverla, quella mia vita. Il modo che trovo si chiama scrivere.

Passa un po’ di tempo. Il mio primo libro, quello che ho firmato come Vera Mente, è appena uscito nelle librerie, ma io non sono ancora io. A un certo punto parto. Vado in Africa. Lascio scritto che parto. Prima di prendere in mano la valigia, quella mattina riguardo il sito di Vera Mente e sento che durante quel viaggio succederà qualcosa di « definitivo ».

Ma cosa è accaduto in quel mondo lontano e in quel tempo che avverto come appartenente a un’altra vita ?

Racconterò per immagini, come fosse un film…

Una donna bianca sta scappando perché la sua mente ha visto qualcosa che non è in grado di comprendere. Qualcosa che sfugge alle normali logiche, qualcosa di mostruoso e insieme grandioso.
Un uomo nero la insegue, le urla di fermarsi, di spiegarsi, di calmarsi fino a quando la afferra e la immobilizza perché da sola, in qualche modo oscuro, si ammazzerebbe. La donna bianca, sprigionate tutte le energie di cui è dotato il proprio corpo, perde i sensi e cade in un sonno che sa di sogno misto ad incubo.
L’uomo nero è sempre lì, non la abbandona mai.
Intanto dall’altra parte del mondo, un padre sta partendo per l’Africa. E’ stato chiamato d’urgenza. Gli hanno detto che sua figlia sta molto male.

Non so più nulla. Ora è tutto un susseguirsi di immagini bianche, vuote. Non ci sono colori, né forme, né suoni.

Poi il film ricomincia. Ricomincia mentre qualcuno carica la donna bianca sull’ambulanza. L’ambulanza si trova miracolosamente nella giungla, perché poche ore prima, in un villaggio vicino a quello dove ora la donna bianca sta lottando fra la vita e la morte, un bambino è deceduto. Accanto a lei, c’è sempre l’uomo nero di prima.

Adesso c’è un’ambulanza che viaggia veloce verso la città. Fino a quando si ferma di fronte a una casa. E’ un ospedale.
L’uomo nero, dopo le cure d’urgenza in ospedale, porta la donna in un albergo e inizia a vegliarla.

La lava, la nutre, le dà le medicine che le hanno prescritto. La mantiene cosciente.

Dopo un tempo non quantificabile, lei si sveglia e interroga l’uomo nero su quanto è successo. L’uomo nero le risponde soltanto : « Silvia, sei stata molto male. Sei viva per miracolo ».

Quando arrivò, un paio di giorni dopo, mio padre, la cui espressione non riesco a ricordare, disse solo : « vieni, ti riporto a casa ». Ricordo la sua voce. Una voce che non sapevo mio padre possedesse.

Ho pensato molte volte e molto a lungo a quei giorni. Ho pensato a quell’uomo nero che in qualche modo mi ha salvato la vita. Ho pensato a mio padre che è partito su due piedi, pronto per attraversare il mondo in nome dell’amore per me. Ho pensato che se mi ero salvata, un motivo doveva esserci. E il motivo doveva essere importante.

Ora sono tornata alla mia vita. Non ho più molte pretese. Non come un tempo.

Ora mi basta vivere con la consapevolezza di chi sono veramente: Silvia Castellani.

Il sito www.vera-mente.it non è stato più aggiornato. Rimarrà così, una tappa della mia Leggenda Personale.

E… due a Villa Mussolini

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luglio 23rd, 2008 Posted 18:03

Andrea G. Pinketts è ripartito ieri da Riccione per andare al Giffoni film festival dove verrà presentato « Zoe », il film a cui ha preso parte come attore nel ruolo di principe. La regia è di Giuseppe Varlotta.
Anche quest’anno siamo tornati insieme sul luogo del delitto, ovvero Villa Mussolini. I ruoli però erano invertiti. Quest’anno sono stata io a introdurre la presentazione del suo ultimo libro « La fiaba di Bernadette che non ha visto la Madonna ».

E’ stata anche un’occasione per conoscere meglio Fabio Avanzolini che definiremo, per brevità, direttore artistico di un noto hotel di Cattolica. E’ stato strabiliante nelle sue performances, sia sul palco, sia dopo, in discoteca.
Cosa dire? Forse solo che, come sempre, è stato bello avere incontrare Andrea G. Pinketts il quale, proprio un paio di giorni fa, qui a Riccione, ha detto di sé : « Sono un anarchico situazionista ».
E guai a chi dice situazionalista!
Nella foto, scattata ieri in un ristorante di Cattolica: Andrea, Fabio e io.