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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Ho detto no al “pacchettismo”

Qualche ora fa ho rifiutato un lavoro da pacchettista. Ripeto: pacchettista. Potete immaginare cosa voglia dire. Il Natale non è poi così lontano. Io avrei avuto anche bisogno di quello sporco lavoro da pacchettista. Ma l’idea di “fare e consegnare pacchi” al mio prossimo mi disturbava troppo. Io non sono una pacchettista, qualunque cosa questo termine, la cui pronuncia ti spezza la lingua, significhi.

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This entry was posted on venerdì, ottobre 31st, 2008 at 17:22 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

5 Responses to “Ho detto no al “pacchettismo””

  1. Lu
    17:33 on novembre 3rd, 2008

    brava…troverai di meglio..e presto!!!!

  2. Laura
    12:40 on novembre 23rd, 2009

    Bhe sapessi quanto gente non è nata per fare la pacchettista.
    Se uno lo fa lo fa per soldi e dato che siamo in period di crisi nera o grigia non è che ci sia molta scelta di lavori, anzi…. anzi.
    I laureati vanno a fare i cassieri.
    E dubito davvero del commento “troverai di meglio”….in questo periodo davvero lo credo poco, non per essere pessimisti ma realisti. Magari fra qualch anno…non ora.
    E mi stupisco che uno si vegogni di impacchettare pacchi, io lo faccio per soldi e non me ne vergogno e non sono nata pacchettista ne ho la 3 media come titolo di studio.

  3. Silvia Castellani
    20:48 on novembre 23rd, 2009

    Ciao Laura. La prima cosa che mi vien da dirti è: “sì, d’accordo, però non ti arrabbiare”. Guarda Laura, io mi vergogno di ben poche cose e tra queste non rientra certo il fare la così detta pacchettista. Però permettimi di poter dire di no. Lo dissi, tra l’altro, un anno fa e scrissi questo brevissimo post dopo un indegno colloquio. Ci sta che fossi arrabbiata, non credi? Anche tu non mi sembri tanto tranquilla, del resto. Il commento di Lu era di semplice incoraggiamento dato che è una persona che ben mi conosce e che altrettanto bene conosce, come tutte del resto, la situazione di precarietà del lavoro che siamo costrette e costretti noi giovani a subire. Ognuno scelga, Laura, in base a quanto crede più giusto per sè e in base alle sue necessità. Se sei in cerca di lavoro, ti auguro buona fortuna. Se vuoi, scrivimi ancora qui e confrontiamoci in pubblico. Se vuoi, confrontiamoci in privato. Se vuoi, odiami.

  4. Laura
    12:57 on novembre 29th, 2009

    No, non sono arrabbiata, anzi mi fa un po’ arrabbiare la precarietà che siamo costrette/i a subire, quello sì.
    Non odio nessuno, per fortuna è un sentimento che non mi appartiene.
    Forse posso sbagliare ma il tuo sembrava quasi un post di disprezzo per il lavoro di pacchettista.
    Non dico di fare pacchetti con il sorriso a 32 denti…no.
    Ma una cosa credo di averla imparata: qualsiasi lavoro è dignitoso purchè fatto bene e onestamente.
    E lo dice una che fa una fatica boia a fare cose e lavori che non le piacciono…però visto il periodo piuttosto che stare a casa vado a fare pacchetti sino alla vigilia……poi non è così male mi sono detta…meglio che fare “promozioni-rompiscatole” nei supermercati…insomma c’è di peggio.
    E, ripeto, nessuno è pacchettista sul curriculum ma per forza di cose ci si adegua.
    Probabilmente anche se dici “Io avrei avuto anche bisogno di quello sporco lavoro da pacchettista” non ne hai così realmente bisogno.
    Poi certo…libera scelta di farlo o meno.

    Ciao

  5. Silvia Castellani
    20:32 on novembre 30th, 2009

    Non c’è limite al peggio e il bisogno è relativo. Solo queste due osservazioni, Laura, ché il discorso è lungo e questo spazio virtuale di certo poco consono alla trattazione di temi importanti come il lavoro e nello specifico, la precarietà che pende come una spada di Damocle sulla testa di troppi giovani.
    Ti auguro, intanto, buona fortuna per tutto e ti rinnovo l’invito a scrivermi.
    un abbraccio

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