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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Le persone che ho incontrato. Alcune persone.

"Ciuffi" - foto di Silvia CastellaniLe persone che ho incontrato e non mi hanno chiesto niente, sono quelle che mi hanno dato di più. Alcune hanno domandato e io non sempre ho loro risposto. Questo è stato un grave errore. Che ha a che fare con l’orgoglio di credersi migliori di altri.
La risposta data a me e che mi è piaciuta di più, me l’ha data un’amica. Avevo chiesto : cosa farebbe secondo te un uomo, se gli chiedessi di sposarlo? Mi ha risposto : si butterebbe dalla finestra alla velocità con cui scappa una bambola gonfiabile se la mordi sul culo. Ho riso per giorni. La domanda peggiore che io abbia mai rivolto ad anima viva, invece, è stata : quanto mi ami da uno a dieci ?  Peggio della telefonata della ragazzina della tim in quelle vecchie pubblicità che non si possono dimenticare per i tormentoni che sono andate creando nel tempo. E, infatti, la telefonata che mi ha davvero allungato la vita, non l’ho ancora fatta e nemmeno l’ho ricevuta. Le persone che più mi hanno deluso sono state quelle da cui mi aspettavo qualcosa di diverso da quello che sono riuscite a darmi. O hanno voluto darmi. Chissà perchè, poi, io mi aspettavo una data cosa piuttosto che un’altra. Le persone che mi hanno meravigliato di più sono quelle che sono riuscite a perdonarmi nonostante io abbia fatto di tutto perchè mi condannassero in eterno. Ho pensato fossero masochiste, ho capito che sono semplicemente più forti di me e di molti altri che ci ostiniamo ad imporre la nostra debolezza con l’arroganza. Le persone che più ho amato non so dire che fine abbiano fatto. Con queste persone  ci siamo persi strada facendo, senza chiederci nulla, ma solo dicendoci arrivederci. A una di queste persone, ho addirittura regalato una cassettina audio con incisa la canzone, da me interpretata, « arrivederci amore ciao » sottotitolo « le nubi sono già più in là ». Ero  solo una ragazzina assai robusta e dunque apparentemente ben piantata a terra, ma già avvertivo in me la mia vocazione pindarica e raminga. Sento che sono loro le persone che ho amato di più, perchè il ricordo le rende perfette anche se so che non lo sono. Ma un conto è sapere, un altro è ricordare. Il ricordo è sempre traditore e io, inguaribile romantica, amo essere tradita dai ricordi. Cavallo, tigre, mucca, pecora, maiale. Delle persone, una sera, mi hanno chiesto di ordinare su un foglio bianco queste cinque parole che una volta ordinate mi avrebbero fatto capire le priorità della mia vita, dalla più alla meno importante. Al primo posto ho scritto cavallo. Pare che corrisponda alla famiglia. Non ero d’accordo. Abbiamo litigato. Le persone che mi avevano chiesto di fare il gioco erano, per me, persone di famiglia. L’unica consolazione è che ho messo il maiale alias denaro all’ultimo posto.  E a proposito di verdoni e mirabolanti oggetti verdi : posso venire a prenderti in mutande verdi ? Direi di sì. Fa più decadente. Mi ha chiesto e si è subito risposta l’amica della  bambola gonfiabile. Ammiro chi riesce a rispondersi in anteprima. Trovo che sia spontaneo e la spontaneità è rara come un sorriso sincero e come questa frase che mi ha dedicato una grande anima poetica perchè continuassi a ripetermela come un karma : tieniti lontana dalla luce dove la bellezza trova pace.

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This entry was posted on giovedì, ottobre 22nd, 2009 at 19:25 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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