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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Vieni via con me, nel senso di: resta qui

Aspettando Godot

Resto qui perché è più facile e ormai non sono più giovane. A trent’anni non sei più giovane, nonostante sia in voga un malcostume per cui a 60 anni dalle mie parti ti chiamano ancora ragazzo. Le mie parti sono l’Italia e l’eterno ragazzo è uno solo e si chiama Gianni Morandi. Vorrei andare via perché non muore mai in me la speranza di poter trovare altrove un El Dorado. Ma resto qui perché la mia buona esperienza, che è divenuta coscienza, mi consiglia che Godot, a conti fatti, è qui dove sono ora. Resto anche per gli affetti e i sentimenti e credo che, in fondo, siano sempre quelli ad avere la ragione. Vorrei andare via perché troppi intorno a me sono sempre pronti a lamentarsi, ma pochi hanno il coraggio di cambiare le cose che non vanno. Spero un giorno di essere uno di questi ultimi. Dico uno e non una, anche se sono una donna, perché fatico ad accettare il concetto di genere. Sento parlare spesso di problemi e lotte di genere. Scusa, di che genere? E’ una battuta infelice, lo so, ma vuole essere una provocazione forte perché fatta in una giornata particolare, quella internazionale contro la violenza sulle donne. Vuole essere soprattutto di buon aspicio a questo: pensare tutti sopra ad ogni genere, ad ogni parte; pensare anzi sentire in termini di persone. E’ utopia? Resto qui non perché mi accontento. E’ sbagliato accontentarsi. Poi finisce che ti affezioni alla miseria delle cose. Resto qui perché ci sono delle persone, quelle di prima, che mi danno la forza di opporre “Resistenza”. Vorrei andare via io? No, più lo scrivo per ipotizzarlo, più mi attacco a questo presente qui, in questo Paese che non è pizza, mafia e mandolino. Quella è un’immagine sfuocata, una percezione distorta che ha fatto non si sa come il giro del mondo, perché a fare il giro del mondo sono le voci che vogliamo che facciano il giro del mondo. Dobbiamo cambiare le voci, diffondere parole nuove. E questo, in realtà, non è un elenco, e nemmeno un volere trovare ragioni per andarsene o rimanere. Questo è un atto d’amore per un Paese che non è né bello né brutto. E’ un Paese che forse ancora non c’è. E che perciò bisogna costruire. Ma prima, però, lo dobbiamo immaginare. E siccome sono donna, giovane e amo le sfide difficili, resto qui.

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This entry was posted on giovedì, novembre 25th, 2010 at 12:32 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

One Response to “Vieni via con me, nel senso di: resta qui”

  1. silvia
    15:35 on novembre 26th, 2010

    un plauso alle parole e alle intenzioni. ai motivi che ti fanno restare e a quelli per cui vorresti andare. sempre in bilico, diventi forte per non cadere.

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