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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Che cos’ho addosso

Che cos’ho addosso.

Cos’ho. E’ una strana inquietudine. E’ voglia di andare, per fare, creare, divenire. Qualcosa che sale e poi scende, ma non si arrende. Non si spegne, nonostante io cerchi di mettere un punto. In un’isola aperta, incerta fra la terra e il mare.

Che cos’ho addosso.

E’ un pensiero straniero, una specie di volo. Di tuono, che preannuncia la pioggia. Ma non piove.

C’è sole e ogni tanto il calore mi scioglie il respiro. E muoio. Un attimo solo. Poi torno a sentire che devo partire. Ma dove.

Che cos’ho addosso. Una specie di sete ancestrale. Per le persone, quei corpi che vanno attraverso lo spazio. E poi si fermano. Il motivo non lo posso sapere. So solo che ho un brivido pieno di fascino che a volte ritorna per farsi ascoltare.

E’ notte.

Che cos’ho addosso. Sonno che sa di vaniglia.

This entry was posted on mercoledì, agosto 13th, 2008 at 17:21 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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