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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Scusi, africano!

E’ successo ieri, alla stazione. Stavo facendo il biglietto, quello di un treno che poi ho preso e mi sa che, una volta tanto, son salita su quello giusto. Insomma stavo in fila e aspettavo il mio turno. Davanti a me, un ragazzo di colore e dietro, due orientali. Attenzione, perchè se specifico la nazionalità è importante. A un certo punto arriva uno non autorizzato. Si piazza vicino al ragazzo di colore e gli dice: “scusi, africano!” e dopo averlo scostato con la mano, inizia lui a parlare col bigliettaio.

1) il ragazzo di colore avrebbe potuto benissimo essere americano per quanto mi riguardava.

2) se il non autorizzato (a stare al mondo) si fosse rivolto al ragazzo di colore nel seguente modo “scusi, sporco negro!” sarebbe stata praticamente la stessa cosa.

3) se fossi stata io il ragazzo di colore, avrei colpito il non autorizzato (a stare al mondo, sempre) dritto in faccia senza proferire parola. Perchè hai voglia a dire di non rispondere alle provocazioni ma, come direbbe Marco Masini, è un Paese l’Italia che ci ha rotto i coglioni specie su certi temi come il razzismo e la violenza.

4) se fossi stata il bigliettaio, avrei liquidato il non autorizzato (a stare al mondo, da qui non si scappa) dicendogli con scarsa considerazione, di mettersi in fila.

5) se fossi stata io, o meglio, in me, sarei intervenuta, pur non richiesta, a fare l’avvocato difensore. Ma ieri non ero io, porca miseria, non ero in me, perchè dovevo prendere questo treno giusto nei successivi cinque minuti che sarebbero intercorsi dopo l’episodio di razzismo e io quel treno sentivo che non potevo perderlo. Della serie: ieri dovevo proprio optare per un sano egoismo.

Così, insomma, nessuno ha fatto un cavolo, e il razzismo ha segnato indisturbato un altro punto. Che poi, non è finita lì: sono corsa sul binario del treno giusto e mentre salivo, la porta scorrevole che pesava non so quanti chili, si è sbloccata e mi stava schiacciando e indovinate un po’? Nessuno faceva un cazzo. Poi però, quando qualcuno si fa male, allora sono in mille ad accorrere. E comunque, mentre la porta del treno mi stava travolgendo, ho urlato cattivissima al cretino alle mie spalle: “te non fare niente, eh, mi raccomando!” Volevo anche rifarmi per il senso di colpa causatomi dal non essere intervenuta contro il non autorizzato (a stare al mondo e ormai l’abbiamo capito). Così, in chiusura del tutto, ho borbottato, rivolgendomi sempre al cretino: “africano che non sei altro!” Speravo che mi rispondesse, davvero, perchè sarebbe stata una soddisfazione mettere su una di quelle difese ridicole del tipo: “Suvvia, non pensi che il mio volesse essere un insulto. No, è un modo per riprendere una peculiarità di quel bellissimo popolo che nel mondo è tanto amato ovvero la lentezza d’azione che è risaputa, no?”

Ma qui il problema vero è che manca la voglia di discutere per cercare di difendere i propri diritti e quelli degli altri. Il problema è l’atteggiamento di rassegnazione diffusa rispetto alle cose che non vanno. Il problema è starsene a guardare, o a sopportare, che tanto prima o poi ci penserà qualcun altro a fare qualcosa o che tanto è inutile fare qualcosa che sarà sempre così. E invece basta. E’ ora di autoresponsabilizzarsi socialmente e di passare alla condivisione dei problemi, praticamente è ora di pensare che io sono te e tu sei me. Farci i cazzi nostri di fronte alle ingiustizie, per essere chiari, ci porterà ad una involuzione.

Morale ironica (giusto per sdrammatizzare il proclama sopra per la solidarietà sociale): le ferrovie dello stato sono puntuali nel mantenere le promesse e ieri hanno lavorato per me!

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This entry was posted on martedì, marzo 10th, 2009 at 17:17 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

3 Responses to “Scusi, africano!”

  1. betty
    21:10 on marzo 10th, 2009

    …. allora starei in una famiglia di africani? mangerei nei piatti di africani? i miei vestiti si lavano nella stessa acqua insieme alle mutande degli africani??? oh mio Dio…. al solo pensiero che esistano ancora certi pensieri nelle menti degli uomini …mi vengono i brividi..
    però….cara silvia…lasciamelo dire….. molto spesso sentro di me…per il loro egoismo e assoluta mancanza di gentilezza….ho pensato dentro di me “negro di merda”..
    purtroppo….. l’ho pensato.
    ma solo perchè ero alla “frutta”…
    ho scelto cmq una famiglia di colore in cui vivere…prorpio per mettermi alla prova…e ora….diciamo che non sarà facile tornare alla realtà riccione…tutti bianchi!!! :-) qui ci sono dei gran pezzi di fighi ….non bianchi! :-)

  2. Enrico
    02:44 on marzo 16th, 2009

    Scusi signorina Castellani ma se Le scrivo un commento all’interno del riquadro “Commenti”, poi le mi risponderà o farà finta di niente o leggerà e non mi risponderà? (che poi per me equivale al far finta di niente).
    Perché, le spiego, se succede che le scrivo, per esempio, “Non mi interessa niente delle biglietterie delle Ferrovie dello Stato, io percorro le rotaie in bicicletta!”; o ancora “Guardi a me le persone negre non piacciono solo per l’odore che fanno…. che poi è lo stesso, non vuol mica dire che sono razzista…. perché io odio chi è razzista ma poi penso… non è vuol dire essere razzisti se si odia chi è razzista? … ma allora che cazzo capite voi tutti quanti che fate gli antirazzisti e poi ammazzereste chi è razzista… vabbè non ci capisco più niente…”. Isomma, se Le scrivo così non è che poi Lei non mi risponde o fa finta di niente. Pensare di risponderLe significa sicuramente aver letto quello che Lei ha scritto e per par condicio vorrei aver la certezza che Lei, almeno, legga queste poche parole.

    —————————————–
    Ritorno in Me (che poi chi mi dice che non ero l’altro, io).
    Cara Silvia,
    scusami ma mi sono voluto un po’ sfogare a parole e ti ho preso come bersaglio. Spero tu non te la prenda, guardala in positivo: almeno leggo il tuo blog! Ok, ho messo anche un po’ di ironia nel secondo commento ma, scusami, tutti quei puntini mi danno i nervi.
    Una buonanotte e a presto,
    Enrico.

  3. Silvia Castellani
    13:05 on marzo 16th, 2009

    Enrico, lo sai che non sei quest’ultimo, ma l’altro, sì?

    ……………………………………………………………………………………………………….

    Credo di essere diventata razzista

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