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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Sui colli bolognesi, ho scritto con la mente

Ieri notte. Sui  colli. Io e l’altro sulla ducati di lui. Avrei preferito la vespa, ma c’era la ducati e sia. Allora io quando vado in moto bisogna che da adesso in poi mi organizzi, che così non si può continuare. Mi porterei pure dietro il mio piccolo registratore portatile, ma come si fa, come si fa? Se con le mani mi devo tenere per non morire catapultata chissà dove, con il registratore ci faccio poco. Magari prendo un auricolare "Un viaggio" - foto di Silvia Castellanio l’armamentario da intercettazione investigativa. Mi pare meno ingombrante. Attualmente funziona che devo scrivere con la mente. E mentre sono lì che viaggio in senso fisico e spazio temporale, mi vengono un sacco di frasi belle. Ieri notte sulla moto ho scritto due pagine che ovviamente già non esistono più, perchè quando la moto si ferma, si cancellano di colpo i pensieri. Una volta un poeta mi ha detto che devo scrivere in viaggio. Non credo intendesse esattamente su due ruote. Cosa intendi, esattamente? Avrei dovuto chiedergli all’epoca dei fatti quando me lo comunicò, come fanno i venditori nelle loro migliori trattative commerciali. Così si diceva che scrivo con la mente, mentre vado, mentre c’è solo l’aria intorno a me, mentre non si può parlare. In quei momenti entro nella nothing box, nella scatola del nulla che sembra appartenga solo agli uomini ma che anch’io, per fortuna, posso raggiungere. Avete presente la scatola del nulla? Quando le donne chiedono agli uomini, magari a letto, cosa stai pensando? Fatela finita. Rassegnatevi al fatto che non pensano a nulla. O giù di lì. Che secondo me non sarei stato male come uomo, e infatti il complimento più bello che mi ha fatto un ragazzo con cui sono uscita è stato ti amo perchè sei molto uomo. Ah, ti amo me l’hanno detto una ventina di persone. Ma sulla facilità del dire ti amo ne parliamo un’altra volta. Adesso parliamo del gagà dei colli bolognesi che ho incontratto appunto sulla moto mentre stavo scrivendo con la mente. Questo rallenta, fa segno di accostare. La moto si ferma. Addio pensieri. Questo chiede : « scusate, il nonno?» «era comunista, ma non c’è più, purtroppo» stavo per dire al berlusconiano di turno, ma quel sant’uomo del mio fidanzato mi ha preceduta : «un po’ più in giù lungo la strada e lo trovi”. Ma sarà modo di chiedere un’informazione? Dimmi che è un ristorante, per la Madonna. A quel punto non  mi restava altro da fare che riprendere la corsa e il viaggio senza più pensieri, solo a godermi il panorama, con la chiesa di San Luca bellissima, di notte, illuminata a giallo e arancio da parere una cartolina stampata nel cielo. Ho concluso che mi serviva anche una macchina fotografica.

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This entry was posted on venerdì, luglio 17th, 2009 at 11:16 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.

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