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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

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Santa Silvia (un anno dopo)

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novembre 3rd, 2009 Posted 19:08

Questa mattina alle sette sono uscita per andarmi a sedere su una panca. E da seduta pensavo che i bambini si dovevano vergognare di certi loro adulti perchè mi venivano in mente, guardando certe facce adulte di uomini sofferenti ma a tempo e per finta, altre facce adulte e indistinte di uomini assassini, stupratori, pedofili, maniaci sessuali. Uno schifo dello schifo. E poi è passato lui che camminava da sfilata. E ho fatto basta di pensare a tutte le storie del mondo che sento sempre mie per uno strano scherzo del destino che mi obbliga a immedesimarmi nelle facce altrui. Un po’ come Novecento, il pianista sull’Oceano, che guarda quelli che passano sulla nave dove vive. Lui guarda le persone, le loro facce e immagina cose, vite, storie. Che poi si mette a suonare. E’ passato lui che camminava da sfilata. Il giubbotto blu con le bande arancioni e i basettoni fino a terra. Lui aveva un modo di camminare tecnico e anche la testa era riuscito a meccanizzare. Lui guardava tutti nella sala d’attesa e anche me che mi veniva da applaudire perchè il suo camminare era un entusiasmo che si notava. Poi mi sono ricordata di Santa Silvia che ero anche io, perchè tutte le Silvie, volendo, il 3 novembre sono sante da calendario. Basta ricordarselo e dirlo a qualcuno. Soprattutto se si vuole una sorpresa. E io, una sorpresa, stamattina alle sette, la volevo molto. Senti – gli ho detto – oggi è Santa Silvia, lo sapevi? Lui dice no, non lo sapevo e poi capisce che voglio una sorpresa. Lo capisce perchè lo guardo fisso con la faccia da sorpresa, quella furbo-turbo-infantile che dice tutto. Vuoi una borsa? chiede lui. Una borsa sì. Una borsa va bene, così ci posso mettere dentro le mie cose e anche qualche bambino da salvare. L’acqua calda non credo. Per quella ci vuole una borsa speciale che mi dimentico sempre di comprare. Poi siamo usciti insieme dalla sala d’aspetto e siamo andati a comprare una borsa impermeabile. Ho scelto quella impermeabile perchè stamattina pioveva e non volevo mi si rovinasse subito. Una cosa tipo i capelli quando vai dalla parrucchiera e hai la messa in piega che ti si rovina subito se si bagna. E la mia borsa nuova doveva arrivare a casa perfetta. Adesso sono qui con la mia borsa impermeabile, che oggi ho fatto tante cose e tante ne ho pensate e mi chiedo in questo stesso giorno, l’anno scorso, dov’ero. Ero sempre a Bologna, ospite in un’altra casa, che volevo comprare una birra e il motto del giorno era: “dura lex, sed lex”. E che cosa è cambiato, cosa c’è di diverso nella mia faccia? Sono cambiate tante cose, ma ancora non riesco ad accorgermene. Mi accorgo meglio delle storie che leggo in faccia alle persone che incrocio per strada. La mia faccia, io non posso leggerla, nemmeno davanti a uno specchio. Forse perchè la guardo ogni giorno e la confidenza ti tiene nascoste le cose migliori. Adesso non mi rimane altro da fare che andarmi a comprare una birra per festeggiare insieme al nonno che non c’è più a cui, ieri,"I cachi. Principalmente" - foto di Silvia Castellani ho regalato un intero servizio fotografico sulla campagna dal titolo:

“I Cachi. Principalmente”.