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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘lettera’

Tratto da “Il santone ritrovato”

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febbraio 23rd, 2010 Posted 11:06

Stamattina mi sono svegliata con l’intenzione di pubblicare qui sul blog un pezzo di “Sbatti generation”. Ho scelto una lettera che Marcello, uno dei personaggi protagonisti del libro, scrive ad un poeta sensitivo., un matto, un santo, un santone, un genio. Non so, Marcello non me l’ha mai definito con chiarezza. La lettera in questione non ha titolo ed è stata estrapolata dal capitolo 12 “Il santone ritrovato”. C’è un motivo per cui ho scelto proprio questo pezzo, ma preferisco tenermelo per me. Sappiate solo che ha a che fare con la pancia.

Parlavi di una testa d’angelo. Poi musica.
Ti sei messo ad intonare un suono subitaneo, indistinto, mentre sul divano impiastricciato io ti stavo a guardare.
I pois del tuo colletto e il coltello con cui spezzavi freneticamente la mela.
L’uva quel giorno sono riuscito finalmente a mangiarla.
Poi ho visto la radio che cercavo abbandonata in un angolo. Inservibile in mezzo al caos delle stoviglie accatastate e sporche.
Il signore che faceva gioielli non era in casa, ma partito per chissà dove.
Ma tu avevi le chiavi e io applaudivo per nascondere le risa che forse ti avrebbero offeso.
Poi ti sei inceppato e ti sei guardato le mani. Le hai aperte in preghiera davanti a me e hai sorriso. Anch’io ho sorriso e mi sono commosso l’anima. Hai trovato delle parole come labbra, capelli, sorriso, rosso, mentre mi tocchi, ti spogli, mi guardi.
Una volta mi innamoravo di tutte le donne che incontravo, hai detto camminando. Poi una mattina mi sono svegliato e mi sono sentito così solo. Una solitudine dentro infinita. Mia madre ha detto: com’è possibile? E da allora non ho più avuto nessuna.
Siamo arrivati alla terrazza e un serpentello ha strisciato veloce per nascondersi. Mi hai detto di stare lontano da lì. Io l’avevo visto prima di te.
Tu sei volubile, o tutto o niente, hai detto ancora. Una ti guarda e ti porta a letto e per un’altra non c’è niente da fare. Vivi nel passato e il presente ti sfugge. Solo tre volte hai vissuto nel presente. Vedi adesso, sei qui con me, ma con la testa non sei qui. Silenzio.
Hai chiesto se ci potevano aprire la chiesa. Conoscevi il custode. San Pietro, hai detto ridendo e io ho guardato la chiave gigante con cui ci veniva incontro. In chiesa non si portano i problemi, ha detto una voce amica. E’ stato sulla terrazza che ti ho recitato la mia poesia del cuore.  Il mio angelo è donna, hai concluso annuendo. E il mio è uomo, ho ribadito io, per timore che non te ne fossi accorto.
Un bacio nel vento per la tua faccia morbida e per me una granita al limone con due cannucce, rossa e gialla.

tratto da “Sbatti generation”

ps: scaricate il libro. Non tanto perché è gratis, ma perchè è un libro attuale che, con ironia e poesia, fa bene al cuore di chi lo legge.

Letterina di Natale dall’Isola che c’è

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dicembre 24th, 2009 Posted 16:17

Parola di Belle - foto di Silvia Castellani

Caro Babbo Natale,

mi scuso se scrivo da arrabbiata, ma penso sia proprio il momento giusto per fare le mie richieste. Che poi quando mi calmo divento troppo diplomatica e non riduco più niente, ché la diplomazia paga tra perbenisti ed io dubito seriamente di essere tale. Dunque tra «  brava » gente si parla da arrabbiati, così ci si comunica ben bene ciò che si pensa, evitando di dirselo dietro da vigliacchi. Ti farò un po’di richieste, non tutte, perché non voglio essere ingorda e fare la fine di Corona. Al primo posto, comunque, vorrei una manciata di soldi, visto che quest’anno non dico di aver fatto la fame, ma ho vissuto in guardia, facendo attenzione al più piccolo centesimo per non venire colpita dritta in faccia dalla famigerata crisi. Di questo 2009 mi rimarranno senz’altro il ricordino di tutte le volte che sono uscita dalla porta con gli euro contati per andare al supermercato e i « tre per due » e simili che mi sono sentita costretta ad acquistare complice il buon senso rimastomi di non approfittare della generosità altrui. Nonché le visioni dei finti colpiti dalla disperazione dei tempi, tra cui, in particolare, un grasso e vecchio babbione con innumerevoli carrelli pieni di roba per sé e i suoi cani firmati da testa a coda. Al secondo posto : vorrei imbattermi, nel complesso, in gente più seria di quella incontrata quest’anno in cui ho fatto decisamente il pieno di…non so nemmeno come definirlo questo tipo di prossimo passato, tante son state le negatività che gli ho contate addosso. Comunque, la soluzione è questa, Babbo Natale : rendimi più stronza ab ovo che orgogliona in extremis. Se tu che leggi la lettera o un tuo assistente, non sapete il latino, le due locuzioni vogliono rispettivamente dire all’inizio e alla fine. Orgogliona, invece, è una parola che ho inventato io. Significa : orgogliosa e cogliona insieme. Un mix micidiale. Al terzo posto : ti chiedo di farmi incontrare numero 0 di Gatti e Volpi che si svegliano la mattina per architettare come inculcare il prossimo. Togli una c e scopri l’arcano. Mi pare, da questo punto di vista, che quest’anno io abbia ripagato abbondantemente il debito sociale pro capite di furbi del quartierino. Dunque dammi la lucidità necessaria, nel 2010, per decidere puntualmente che fidarsi è bene, non fidarsi è un bene maggiore. Non ti arrabbiare, adesso, che mi pare di sentirti mentre mi rinfacci tutte le volte in cui mi hai mandato Campanellino per cercare di avvertirmi in tempo.Cosa vuoi farci se ho sperato fino all’ultimo in un’esistenza diffusa del principio di buona fede ? Aspetta, aspetta. Adesso ti stai allargando. Cosa vuol dire « perché non mi chiedi la pace, l’amore, la fine della fame nel mondo ? » Già, Babbo Natale, perché non ti chiedo queste cose ? Perché si tratta di grandi miracoli e i grandi miracoli, da credente, li chiedo a qualcun Altro, se permetti. Ah, dimenticavo : se ce la fai, ma solo se ce la fai, rendi il Gatto con gli stivali più silenzioso mentre scrivo, perché tutto quel miagolare e quel calpestare di sottofondo mi tolgono i sentimenti, oltre alle parole. Ti volevo poi chiedere se è vera la storia di Pinocchio che ad ogni Vigilia ti convince a bruciare le lettere dei grandi, perché questa voce da un po’ sta girando in lungo e in largo tra gli adulti e ti confesso che ho il fondato sospetto che possa essere vera. Va bene che la priorità va ai bambini, però ti faccio presente che il mio è un caso speciale che merita attenzione da parte tua, essendo io mocciosa travestita da trentenne. Beh, che c’è di strano ? Mica solo i bambini giocano a fare i grandi, anche molti grandi giocano a fare i bambini. E io sono una di quei grandi lì. Allora, trattami secondo la mia vera natura, da bambina, ed esaudiscimi una volta tanto che non è vero che dopo non ho più desideri e divento grassa e depressa. Allora siamo d’accordo, ci conto. Al primo posto una manciata di soldi (non i gettoni d’oro come nei quiz però. Segnatelo) e ai punti seguenti l’immunità ai Cattivi. Aspetta, lascia stare tutto. Ho avuto un’illuminazione. Ho un desiderio più grande di tutti quelli che ho appena espresso. Questo sì che è uno di quelli che non puoi rifiutarti di esaudire, perché ne va dell’equilibrio delle vicende di tutti, anche di quelle che riguardano i bambini. Il desiderio è : non togliermi mai la voglia di combattere per i miei sogni e, se sei in vena, ti chiedo di spargere non solo su me, ma anche su tutti gli altri giovani, la tua polvere di stelle, quella che si dice che una volta che ti ha accarezzato, diventi un guerriero della luce per dirla con Coelho. Ecco sì, voglio questo per me e per tutti gli altri giovani : la voglia di lottare sempre per i nostri diritti, i nostri ideali e i nostri sogni, senza quella rassegnazione che alcuni Stregoni cercano di seminare nei nostri cuori. Solo così avremo il nostro meritato lieto fine. Se questa lettera non ti è piaciuta, caro Babbo Natale, sappi che la colpa, quest’anno, è del Genio e dei Tre Porcellini.

Buon Natale
La tua affezionatissima Belle delle Principesse Disney.

Lettera al bambino Frank intervistato nel documentario “D’Amore Si Vive” di S. Agosti. Perchè se io avessi tre miliardi comprerei la parola di quei potenti che si fanno ascoltare con la forza

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settembre 10th, 2009 Posted 19:34

Me ne ero completamente dimenticata, ma ci ha pensato il mio amico Fabio a ricordarmi le parole d’amore di Frank, il bambino intervistato nel documentario “D’Amore Si Vive” (1984) di Silvano Agosti. Ho riascoltato quelle parole, una volta in più e dalla prima all’ultima e poi ho scritto a Frank.

Vedi, Frank, non è possibile che un adulto vada per il mondo come un bambino facendosi scudo della sola sua purezza poiché ne morirebbe. Gesù, forse lo sai, si rivolgeva ai puri di cuore, ma il cuore di un adulto non è puro. Il mio cuore non è puro da tanto tempo, da quando ho iniziato a scoprire il mondo, da quando un altro essere umano, un bambino, gli ha insegnato quella malizia che tu rifiuti ma che possiedi altrimenti a nove anni non parleresti così. Come un adulto. Quella malizia te la insegna il vivere quotidiano, l’incontro con l’Altro che è un incontro inevitabile a meno che tu non voglia vivere sotto a una campana di vetro per sempre. E penso proprio che tu non vuoi. Io non ho mai pensato che i bambini non capissero le cose dei grandi, ma ho sempre pensato e ne sono convinta tutt’ora che i grandi si dimenticano troppo spesso della loro malizia di bambini. Che cos’è l’Amore, Frank? L’amore è ricordare, è tenersi stretti quei ricordi che ci hanno fatto gioire delle stupidaggini quando eravamo bambini. L’Amore è ricordare che da qualche parte, dentro di noi, non siamo mai voluti crescere. L’Amore non è capire l’importanza delle piccole cose forse, ma sentirne la bellezza quando un altro essere umano ce la ricorda. Se io avessi tre miliardi, Frank, non ci comprerei una casa con la piscina dove andare a fare l’amore. Se io avessi tre miliardi, comprerei la parola di quei potenti che a forza si fanno ascoltare perché, vedi, con ogni persona bisogna parlare un diverso linguaggio e se l’unico linguaggio che quelli comprendono è il denaro, io con quello stesso linguaggio parlerei loro per convincerli a pronunciare discorsi sull’Amore. Se vuoi, quei discorsi, puoi scriverli tu. Perché anche in mezzo alla guerra e alle bombeLe mani - foto di Silvia Castellani, ci sono dei cuori in ascolto che tengono stretti i ricordi buoni. E adesso, Frank, cosa ne facciamo dell’Amore, ora che siamo qui, che abbiamo parlato della mia malizia, cosa ne facciamo? Niente. Hai capito bene, Frank. Non ne facciamo niente. Tu continui ad andare a scuola anche se ti fa schifo e io continuo ad andare a lavorare anche se mi fa schifo. L’importante è che rimaniamo con i cuori in ascolto. Loro sanno la strada per resistere. Non te lo dimenticare.