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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘libri’

Canzoni, canzonieri, io sul letto con in braccio una chitarra

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luglio 4th, 2017 Posted 09:41

C’è un ragazzino che sta suonando una chitarra classica, qua vicino. Ora si è messo anche a cantare, forse in inglese faticoso e, mi sembra, stonato. Dice poche parole, si rende conto lui stesso di non essere granché come cantante. Ma ci mette il cuore, si sente che ci crede, come si crede fortemente in molto o tutto, quello che si fa a sedici anni o giù di lì. Mi ricordo di me quando adolescente, mi alzavo la mattina tardi, d’estate, e imbracciavo la chitarra, sul letto, i fogli, le canzoni e i canzonieri. Iniziavo a suonare, semplici accordi e proseguivo ore, pomeriggio, sera, continuamente, ossessivamente, come se, fermatisi gli impegni scolastici, io non avessi altro da fare che suonare la chitarra, e inventare parole da musicare. Non sono mai andata oltre gli accordi più semplici, forse ci ho provato, a suonare qualcosa di più complicato, ma la verità è che non mi interessava lo studio di uno strumento, mi interessavano più le parole, mi interessavano i libri pieni di parole, più di tutto. Così le canzoni, i canzonieri, io sul letto con in braccio la chitarra classica – presi anche un po’ di lezioni, si sa mai scattasse la folle passione per le note – durò una stagione. Poi tornò l’inverno e io ripresi a leggere libri, a leggere libri, a leggere libri. Il mio cuore già allora correva tra le pagine dei libri, per nascondersi, per (ri)trovarsi.

È arrivato un amico del ragazzino, ora suoneranno in due. È tempo per me di chiudere la finestra, accendere l’aria condizionata e lasciare il cuore correre a briglia sciolta tra i libri, guardata a vista da una vecchia amica, la mia chitarra classica, compagna di felici giorni d’estate che furono.

Ph. Silvia castellani

Pensieri (s)persi

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giugno 18th, 2017 Posted 17:27

Mi sono un po’ stancata dei social. La mia vita, e quella di tanti altri, a ben pensarci, è troppo social. Filtrata dallo schermo. Condividere è ormai una parola d’ordine e se non ci sei, sei fuori. In qualche modo, perdi un pezzo, perdi pensieri, che si disperdono. Senza lasciare traccia.
Vorrei perdermi, questa la verità, se mi guardo bene dentro vorrei perdermi, lontana, così almeno avrei una buona scusa per ritrovarmi. Invece resisto, insisto, condivido. Pure la domenica. Non mi riposo. Sono dentro al tutto. Al tunnel, al pozzo. Non c’è più luce.
Prendo comunque un libro, ne leggo moltissimi, mi isolo tra me e l’autore e per un po’ dimentico il mondo là fuori, quello che insiste e mi reclama, come reclama tutti. Non sono certo speciale. Però ho un attenuante. Mai fotografato e condiviso piatti o bicchieri, nè pieni nè vuoti. Con intenzionalità. Altra attenuante: mai mi sono piacciata. è davvero una fesseria, quella di mettersi il mi piace da soli, dai.
Rimane che è domenica, io sono sola, ho (ri)letto quasi un libro intero nelle ultime tre ore (leggo alla velocità della luce, già. E capisco pure!) vorrei andare a dormire adesso, invece a breve la casa comincerà ad animarsi, a funzionare. E allora i miei pensieri per ribellarsi andranno a (s)perdersi da qualche parte.
Beati loro, senza di me.

Dieci chili di parole