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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘libertà’

Sulla prostituzione e la vendita del sè

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maggio 20th, 2011 Posted 18:12

La notizia, tra quelle lette oggi, che più mi ha colpita è stata quella riguardante un presunto “viaggio-premio” goduto dai migliori manager di una filiale di una nota azienda tedesca consistente  in un “seminario motivazionale” alle terme di Budapest con una ventina di prostitute. L’azienda ha preso le distanze dal fatto, assicurando che gli organizzatori delle serate  “motivazionali” con incontri sexy, non lavorano più per la nota azienda.

Ad ogni modo, per completezza informativa, la notizia la potete leggere qui

Quello che a noi interessa è che è nato un dibattito dai toni anche accesi, tra me e alcuni amici, sul tema della prostituzione dove sono emersi diversi punti di vista tra cui quello secondo il quale per alcune donne la prostituzione sarebbe un mestiere molto redditizio e liberamente scelto.

Il mio primo pensiero di fronte a questo punto di vista, è andato a Pasolini. Non so perché, ma mi sono immaginata un Pasolini che, camminando sulla spiaggia, diceva:

“Non è questa la libertà che io immagino.”

Strani pensieri, strane correnti, strane arie, quelle che mi passano per la testa…

La prostituzione può essere davvero pensato come un mestiere (si dice sempre che il più vecchio del mondo) o, in uno Stato di diritto quale l’Italia è, la prostituzione è soltanto una piaga sociale da combattere? Chiediamocelo.

Ma le cose stanno così, si dice. E bisogna prenderne atto. Ma lo stato di fatto non può essere forse cambiato anziché accettato o peggio subito? Domanda.

E se io affermo di essere libera di decidere di prostituirmi, sono veramente libera? Chiediamoci anche questo.

Non è questa la libertà che io immagino.

E’ possibile immaginare il sé in vendita?

Di fronte alla parola libertà utilizzata in relazione alla decisione di prostituirsi, ho delle considerazioni personali da fare:

Dico che la libertà è piena solo se non subisce condizionamento e  mi pare che il denaro sia un forte condizionamento. Dico anche che molte delle decisioni che ciascuno prende nella sua quotidianità probabilmente non sono libere, ma decidere di mettere in vendita il sé è forse la decisione più infelice. Qualcuno dirà che è il corpo ad essere messo in vendita, io dico che il corpo è parte del sé e dell’integrità dell’individuo ed è l’unica cosa che l’individuo ha, il sé, nella sua integrità. Penso che sia una sciocchezza quando una donna dice che lo fa per i soldi e quello che interessa il suo corpo non interessa la sua mente, penso che una borsa di Gucci o 2mila euro non valgano la libertà del sé. Penso che sia la più grande illusione camuffata da libertà. La si chiama libertà perché è più facile e si argina la sofferenza del sé.

No, non è questa la libertà che immagino che se le libertà fossero tutte, non vi sarebbe libertà.

Riuscite ancora adesso ad immaginare il sé in vendita?

Io mi rispondo: solo da morti, probabilmente, perché da vivi parte del sé non rispetterebbe la cessione.

Chissà cosa pensate voi, ma qualunque cosa pensiate non vi stancate mai di pensare da sé.

Pensate e siate liberi.

Dedicato a tutte le donne pensate con amore

E Pasolini adesso è sempre lì sulla spiaggia, ma sta dicendo:

“Sì, è questa la libertà che io immagino”.

Pasolini nel vento

La mia collana

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novembre 24th, 2009 Posted 12:21

La mia collana è una canzone di Paolo Conte. E’ libertà e perline colorate.
La mia collana è confusione che riflette i cristalli
E’ l’allegria di una sbornia
La mia collana non c’entra niente ma si adatta a tutto
La mia collana è bellissima e pesa quanto una piuma. Leggera, mi solletica e mi fa ridere.
La mia collana ascolta il vento che passa e il sole che bussa
E’ la collana più bella che io abbia mai visto.

Associazione libera e inutile di questa bella sera estiva…

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luglio 8th, 2009 Posted 21:47

"cielo di rosablu"foto di Silvia CastellaniC’è un destino scritto per ognuno di noi, un viaggio da attraversare, una strada da intraprendere, da percorrere. Non è quasi mai quella sognata, quella sperata. E tuttavia, quando hai creduto che potesse esserci un appiglio, uno spiraglio nel vuoto di quel cielo perso che qualcuno ti ha mostrato per sbaglio, allora sì, potrai dire che la tua vita non è stata un brutto sogno. Ma un mistero che si è svelato all’improvviso, proprio quando quel sorriso insperato è arrivato e nel profondo ti ha toccato. Quel cuore specchio infranto di pensieri abbandonati alla corrente trascinatrice di una cattiva sorte. Solo nell’incanto di un momento fatto di sguardi inespressi e lontani, sentirai l’abbraccio che a lungo hai cercato senza provare calore. E così questa vita, l’unica possibile, mi ricorda ogni giorno quel destino scritto che non si può cambiare senza coraggio. Di rischiare per un mondo migliore, per un canto in coro che si leva solo, ma così forte da fare eco nei secoli. Se avessi solo immaginato il potere della fantasia, avrei intrapreso il mio viaggio molto prima quando la speranza era una parola scritta fra milioni di parole e il cielo, forse, era più chiaro. Veggente.

Un vecchio mi ha detto

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aprile 5th, 2009 Posted 20:22

Un vecchio poco fa mi ha detto: “la libertà. non c’è niente che valga la libertà”. Gli volevo cedere il posto in autobus, a lui, o alla moglie. Mi sembravano sufficientemente anziani per il posto e io mi sembravo sufficientemente giovane per lasciarglielo come da regolamento, come da copione, come da mia sensibilità. Non l’hanno accettato. Il vecchio ha detto: lei ha lavorato e noi siamo in pensione. Era un vecchio sensibile. Di come ce ne sono pochi, ormai. L’avrei voluto come nonno. Non perchè i miei non siano andati bene. Anzi, sono andati benissimo e pace all’anima loro. Ma quel vecchio ha detto una parola, quella che da un po’ nessuno si era ricordato di dirmi: libertà. Non so quanto io sia libera, in realtà, ma so che scrivere mi illude di essere tale. E non parlo del lavoro di scrivere, parlo di quell’altra cosa, quella che è iniziata non so quando, quella che già da bambina avevo nella testa, quando inventavo le storie per le mie bambole. Quella cosa che anche se non riesci ancora a prendere una penna in mano, te la stampi tutta nel cervello fino a quando cresci e allora ce la fai a stamparla fuori, nero su bianco. La libertà, che cos’è. La libertà è essere e per quanto mi riguarda io so che ci sono, solo quando scrivo. Anche cose più intelligenti o interessanti di questa minchiata del vecchio che mi ha mandato in trip.

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