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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘vecchio’

Microstoria quotidiana. Faccia da pechinese

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maggio 26th, 2011 Posted 16:02

Faccia da pechineseSalgo sul treno, davanti a me sale un vecchio. Entriamo nello scompartimento. Un bambino dice al padre: “E’ vecchio quel signore. Ha la faccia che sembra un cagnolino”. Il padre: “Marco non si dicono queste cose”. “Ma è vero- insiste il bambino- ha la faccia che sembra…”
Lo guardo. Ha ragione. E’ perfetto. Il vecchio ha la faccia sputata a quella di un pechinese.
Il vecchio si siede. Non dice niente.
Il bambino: “Perché respira forte?”
“E’ stanco – dice il padre.
“Ha la faccia da cagnolino”. Niente. Il bambino non si schioda da lì. Poi passa a me che intanto mi sono seduta. Guarda fisso. Io uguale. Penso: “Ti prego bambino non dire niente altrimenti sarò costretta a dire a tuo padre me lo può prestare che voglio vedermi perfetta attraverso gli occhi di suo figlio? Non dice niente. Gli va di culo. Ma secondo me l’ha nasata. E io continuo a viaggiare nella mia ignoranza.


IL VIDEO del post QUELLO CHE VEDEVO

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gennaio 2nd, 2010 Posted 17:00

Inauguro il 2010 con una nuova trovata: il video del post intitolato:

“QUELLO CHE VEDEVO”

Quello che vedevo erano le mie orme sulla sabbia, un triste andare incerto. Le orme erano più grandi dei miei piedi o almeno così io vedevo. Poi ho avvertito le onde del mare e mi sono distratta. Mi sono girata verso la spuma e ho voluto bagnare i miei piedi. Le orme no, non potevano essere toccate, erano più in alto. Non le raggiungeva la spuma. La spuma non le raggiungerà mai le mie orme, ho pensato. Mi chiedevo se davvero quelle fossero le mie orme. Non sembrava, ma di lì ero passata solo io. Quello che vedevo. Non vedevo nessuno a piedi davanti a me finchè ho visto una barca di legno giallo e blu e un vecchio anche, con il cappello in testa, seduto sulla barca. Non era proprio un vecchio, era un uomo di mezza età. Sembrava cattivo allora ho fatto finta di niente ma lui mi ha chiamata ed era l’imbrunire. Non ci vado, ho pensato a testa bassa. Non mi fido. Vieni qua, ha detto lui con gli occhi che io ho solo immaginato. Era il mio pensiero. L’uomo mi ha ordinato di sedermi davanti a lui, ai piedi della barca e ha detto “Io sono il tuo pensiero”. Io l’ho abbracciato anche se non lo conoscevo e poi abbiamo deciso di camminare insieme, ma non uno di fianco all’altra. Abbiamo deciso che lui avrebbe camminato davanti a me per aprirmi la strada e proteggermi e io l’avrei seguito ad occhi chiusi. Quello che vedevo. Poi dopo, quando ho chiuso gli occhi e non ho più visto, ho deciso che mi sarei fidata per sempre delle orme del mio Pensiero.

Quello che vedevo

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settembre 3rd, 2009 Posted 10:52

cappello a testa

Quello che vedevo erano le mie orme sulla sabbia, un triste andare incerto. Le orme erano più grandi dei miei piedi o almeno così io vedevo. Poi ho avvertito le onde del mare e mi sono distratta. Mi sono girata verso la spuma e ho voluto bagnare i miei piedi. Le orme no, non potevano essere toccate, erano più in alto. Non le raggiungeva la spuma. La spuma non le raggiungerà mai le mie orme, ho pensato. Mi chiedevo se davvero quelle fossero le mie orme. Non sembrava, ma di lì ero passata solo io. Quello che vedevo. Non vedevo nessuno a piedi davanti a me finchè ho visto una barca di legno giallo e blu e un vecchio anche, con il cappello in testa, seduto sulla barca. Non era proprio un vecchio, era un uomo di mezza età. Sembrava cattivo allora ho fatto finta di niente ma lui mi ha chiamata ed era l’imbrunire. Non ci vado, ho pensato a testa bassa. Non mi fido. Vieni qua, ha detto lui con gli occhi che io ho solo immaginato. Era il mio pensiero. L’uomo mi ha ordinato di sedermi davanti a lui, ai piedi della barca e ha detto “Io sono il tuo pensiero”. Io l’ho abbracciato anche se non lo conoscevo e poi abbiamo deciso di camminare insieme, ma non uno di fianco all’altra. Abbiamo deciso che lui avrebbe camminato davanti a me per aprirmi la strada e proteggermi e io l’avrei seguito ad occhi chiusi. Quello che vedevo. Poi dopo, quando ho chiuso gli occhi e non ho più visto, ho deciso che mi sarei fidata per sempre delle orme del mio Pensiero.

Un vecchio mi ha detto

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aprile 5th, 2009 Posted 20:22

Un vecchio poco fa mi ha detto: “la libertà. non c’è niente che valga la libertà”. Gli volevo cedere il posto in autobus, a lui, o alla moglie. Mi sembravano sufficientemente anziani per il posto e io mi sembravo sufficientemente giovane per lasciarglielo come da regolamento, come da copione, come da mia sensibilità. Non l’hanno accettato. Il vecchio ha detto: lei ha lavorato e noi siamo in pensione. Era un vecchio sensibile. Di come ce ne sono pochi, ormai. L’avrei voluto come nonno. Non perchè i miei non siano andati bene. Anzi, sono andati benissimo e pace all’anima loro. Ma quel vecchio ha detto una parola, quella che da un po’ nessuno si era ricordato di dirmi: libertà. Non so quanto io sia libera, in realtà, ma so che scrivere mi illude di essere tale. E non parlo del lavoro di scrivere, parlo di quell’altra cosa, quella che è iniziata non so quando, quella che già da bambina avevo nella testa, quando inventavo le storie per le mie bambole. Quella cosa che anche se non riesci ancora a prendere una penna in mano, te la stampi tutta nel cervello fino a quando cresci e allora ce la fai a stamparla fuori, nero su bianco. La libertà, che cos’è. La libertà è essere e per quanto mi riguarda io so che ci sono, solo quando scrivo. Anche cose più intelligenti o interessanti di questa minchiata del vecchio che mi ha mandato in trip.

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