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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

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Questo mondo veloce che si incarta da sè

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febbraio 22nd, 2010 Posted 17:41

Il jolly nella manica - foto di Silvia Castellani

Sto facendo una seria riflessione che deriva dal fatto che in questo momento della mia vita, una volta in più, sto vagando da un luogo ad un altro in cerca di una degna opportunità lavorativa. La cosa sconcertante è che chi ti esamina è posseduto dalla necessità di vedere in cinque minuti se e quanto vali. Ciò è, se non impossibile, quantomeno improbabile. Perché il successo dell’incontro fugace è determinato da moltissimi fattori, anche inconsci che in quel breve contesto si incontrano o si scontrano così veloci che finisce che la scelta è determinata da una frase non detta o detta che sull’interlocutore fa presa per un motivo quasi sempre scemo. Magari ti scappa detto che suoni bene la chitarra e l’esaminatore aveva un sogno nel cassetto: diventare una rock star. Dunque è veramente un salto nel buio. La cosa però che mi affascina in un certo qual modo e che sfugge a molti è che non si ascolta e non si osserva bene in quel tempo misero che si cerca di recuperare sulla pelle altrui facendo finta di non ricordarsi che non sempre una Ferrari è la scelta più azzeccata. Soprattutto in un’ottica di lungo periodo., se la posta in gioco è alta e la partita complessa. Ecco, io sono un diesel consapevole delle proprie potenzialità che si manifestano lungo la strada. Allora io lo vedo, puntualmente, negli occhi di chi mi esamina che, di fronte alla mia iniziale emozionata compostezza, si chiede “ma questa può farcela?” però sarebbe assurdo rispondere a un pensiero, tralasciando le parole dette che tuttavia, solo percepite, lasciano il tempo che trovano. Un tempo falso che pretende fiumi di parole come cantavano i Jalisse o forse facce giuste che la raccontano. Io non ho proprio la faccia, come si usa dire per definire quel primo approccio sicuro e un po’ spavaldo e soprattutto ho parole che seguono un tempo preciso, quello dei pensieri ponderati che si trasformano in parola pensata. E’ così grave, questo? No. Non è grave, ma è seriamente fuori da un tempo piccolo che inganna un po’ tutti, che mischia le carte e si incarta da sè con il riflesso che quasi sempre le aspettative finiscono deluse e i punti accantonati a favore di un impatto forte ma scarso di contenuto.  Di fatto rimane che continuo a farmi esaminare, a scrivere, a credere che le dinamiche tritatutto possano cambiare, che un giorno faremo basta di comportarci come automi, che privilegeremo il senso alla fretta, che gli avatar e i robot non sostituiranno l’uomo, che in fondo sono tanti come la sottoscritta a voler recuperare la misura giusta, quella del percorso, della strategia e non del round all’ultimo sangue. E magari, al prossimo esaminatore dirò solo che da grande voglio fare la principessa. Chissà che non sia quello il suo sogno nel cassetto. E comunque la risposta è: posso farcela. E molto bene. Perché il mio destino mi ha regalato delle carte vincenti. Aspetto solo di sedermi al tavolo giusto.

Cos’ho fatto nell’ultimo mese

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maggio 26th, 2009 Posted 17:23

Premessa lampo : siccome la mia vita cambia a cadenza o come dir si voglia, scadenza mensile (quasi sempre indipendentemente dalla mia volontà) è bene che vi aggiorni. Anche perchè c’è gente che sento di tanto in tanto (ogni 2 mesi) che mi chiede come va quella cosa lì o quella cosa là e io non so manco di cosa sta parlando.

-    ho cambiato lavoro. Sempre di comunicazione mi occupo.
-    Il fidanzato è sempre quello e non ho intenzione di cambiarlo. Almeno per il prossimo anno. Poi mi deve chiedere di sposarlo quantomeno per educazione. Fra trentenni bisogna ragionare così, per pratiche di buona educazione appunto.
-    Ho parlato con tante persone per telefono.
-     Ho comprato un ventilatore da 15 euro, di quelli a gambo lungo. Come le rose. Ma senza profumo. Non posso permettermi un pinguino o un surrogato che climatizzi o condizioni. E allora vada per il ventilatore che muove l’aria inodore a destra e a manca e che, a dirla tutta, non mi dà troppo sollievo. Diciamolo pure, con le temperature che corrono, sarebbe stato meglio vincere un week in Alaska.
-    Ho partecipato ad una gioia grande. Altrui. Ho avuto conferma che sono in grado di partecipare alle gioie altrui senza provare sentimenti sgradevoli come l’invidia. Con tutti i sentimenti negativi che ci sono in giro, permettetemi di andarne fiera.
-    Ho constatato che le persone sono sole nel senso che si sentono sole. Però non lo ammettono perchè non fa figo dire di essere disperati. Io, nei miei primi trent’anni, mi sono sentita veramente sola almeno quattro volte. Le prime tre ho finto che non fosse vero, alla quarta ho accettato il fatto che negare un sentimento di solitudine aumenta solo la frustrazione. Perciò a chi si sente solo voglio dire che se la deve smettere di fare il figo che non serve a nessuno e che se trova il coraggio di mostrarsi, le cose possono solo migliorare.

-    Continuo a subire questo caldo infernale. E’ successo che il caldo infernale mi ha suggerito la prova costume. Dovevo aspettarmelo. Per fortuna qui a Bologna non ho un costume. Meglio. Così evito la prova e le sue inevitabili drammatiche conseguenze.

-    Ci possiamo girare intorno e raccontarcela. Resta il fatto che il futuro è oggi.

-    Ho comprato un paio di scarpe. Avevo i piedi gonfi come due zampogne. Lo stesso ho provato quelle scarpe senza fare una piega. Con eleganza. La commessa, pur non richiesta, mi ha fatto uno sconto di 7 euro con la motivazione che le stavo simpatica. Forse perchè, incurante del laccetto alla caviglia che, causa gonfiore, non sarei riuscita ad allacciare nemmeno sotto tortura, ho commentato guardandomi allo specchio: le scarpe sono bellissime, il mio piede oggi fa incazzare di brutto, ma sono certa che dopo una doccia fredda, troveranno il giusto accordo.
-    A volte aspetto che le cose cadano dal cielo. Dal cielo posso aspettarmi solo sole e pioggia. Me lo ripeto ogni giorno perchè è bene convincersi che le botte di fortuna non esistono. Esistono?