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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘Amici’

Cari “amici” vi scrivo, così mi riconcentro un po’

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ottobre 20th, 2010 Posted 17:41

Girando in internet e per Facebook, ho trovato un sacco di critiche riguardanti i reality; in questo momento si attacca più facilmente il Grande Fratello, perché è appena cominciato, poi quando più avanti inizierà l’Isola dei Famosi, quegli stessi che oggi sparano critiche (non costruttive) sul Gf, domani spareranno sull’Isola. Insomma, i suddetti sono in balia totale degli eventi, ma fanno finta di dimenticarselo. Quando si attaccano i reality, io mi sento in dovere di fare delle considerazioni, anche dure. A prescindere dal fatto che a me i reality piacciono, le considerazioni le voglio fare perché non si può fare finta di niente quando si leggono miriadi di cazzate. Intanto mi lasciano molto perplessa quelli che sono solo capaci di appellarsi immancabilmente alla celeberrima “basta spegnere la tv”. D’accordo, spegnete questa maledetta tv, ma il problema non lo risolvete così, perché il messaggio televisivo, nel bene e nel male, non lo blocchi con un pulsante del telecomando. Che questo sia chiaro. Allora, invece di lanciare qua e là degli status – slogan per raccogliere dei consensi inutili, a fini pratici, o lanciarsi in discussioni eterne per concludere: “Ma tanto questa è l’Italia!, come a dire che razza di paese di m….a, io penso sia più utile fare qualcosa. Perché sono i fatti che restano e che provano a cambiare, e a volte ci riescono, le cose. Allora, attenendosi ai reality, ma il discorso vale per tutto, eh! Della serie che se io, per esempio, mi faccio sfruttare con lo stage gratuito sperando poi mi diano il lavoro (vai tranquillo/a che è molto probabile che non te lo danno, preferiscono prendere un altro/a stagista), poi posso pure lamentarmi su Fb, ma se rimango a novanta a subire!!! Sono innocuo. Capito? Innocuo. Allora, torniamo al nostro Grande Fratello. Da quanto leggo: pensate che ci sono sempre i soliti stereotipi, che il Grande Fratello, che è il capostipite dei reality, non vi rappresenta pé nniente (vi ricordate Benigni in Johnny Stecchino? Quello…. quello non mi somiglia pè nniente), pensate che il Gf non dovrebbe nemmeno esistere? E però esiste e lo guardano milioni di persone, guarda un po’. Allora, a prescindere dal fatto che a me piace, ma questo è un altro discorso, ragioniamo nella maniera più obiettiva possibile partendo dal fatto che i reality ci sono in Italia e hanno successo. E non tiratemi fuori l’Inghilterra o altri paesi dove, magari, hanno meno successo. Cazzo, viviamo in Italia, stiamo qui sì o no? Ergo: l’unica alternativa seria è entrare in campo, ché a limitarsi al lamento su internet e sui social network non si conclude niente. Per quanto mi riguarda, come ho detto nel video-provino, penso che siano maturi i tempi perché il Gf possa ospitare personalità diverse da quelle che ci siamo abituati a vedere nelle prime dieci edizioni. Penso che ci stiano alla grande la strafiga, pure quella rifatta, il modello, l’imprenditore ventenne (che quindi lo è al 90 per cento con i soldi di papi), penso che ci stia tutto il caso umano e anche l’arrivista. In fondo, la società è anche questa. Ma non solo questa. E io ci tengo proprio a fare un altro “gioco” senza paura di vedere. Poi come va va, l’importante è mettersi nel gioco, crederci, combattere per un’idea, nel mio caso per la Parola. O no?

Con le mie parole sono pronta a fare i fatti. Sono dell’idea che bisogna adattarsi ai tempi in cui si vive anche per farsi conoscere dal punto di vista letterario. E questi, signori, sono tempi da reality. Tenere le parole nel cassetto è forse più dignitoso che volere scrivere un libro in diretta tv? Non credo; trovo anzi che quest’ultima, che ho chiaramente esplicitato nel mio video-provino sia una bella sfida. Questo per dire che se fossi stata una scrittrice ai tempi di Lorenzo il Magnifico, sarei andata a trovarlo a cavallo con la piuma d’oca e la boccia d’inchiostro sotto al braccio a proporgli la mia opera…

Racconti belli per bimbi pipistrelli

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marzo 27th, 2010 Posted 09:09

"Improvvisazione" - Foto di Tania S.

A dire la verità io è da un po’ che penso a cosa e come scrivere. Dove. E’ un po’ di giorni che sono lì lì e dico ‘adesso ho trovato questo pensiero buono o almeno mi pare. Sono a posto.’ Ma dopo non lo scrivo, rimando alla sera e alla sera mi viene da svenire perché ho problemi troppo materiali per lasciarmi andare a risolvere i pensieri. La cosa mi assilla. qualche minuto fa mi sono avvicinata ai miei scritti e ho detto: non so se sono più capace. Ho un libro di racconti a metà. e sono racconti belli, ne sono certa, io stesso quando li rileggo mi chiedo: ma li ho scritti io? Forse li ha scritti qualcun altro attraverso di me. Secondo me c’è un daimon maschile dentro di me. Questa notte  ho sognato un uomo nudo che scappava a prendere un treno e una ladra che aveva rubato delle applicazioni colorate per le unghie e la sua amica con in mano le unghie da applicare. Così la tipa del negozio, la store manager come la chiamano i signori delle agenzie interinali diceva al trio furbesco, o forse solo alla ladra: “tu per comprare delle scarpe come le mie, dovrai lavorare anni” e invece la ladra attraversava delle vite, faceva molti lavori e i soldi o le scarpe altrui non la interessavano affatto. Di fatto rimane che ho voglia di scrivere, soprattutto “trattati” così, una volta trattati gli argomenti dei trattati sono a posto, e i posteri sanno come la penso perchè non farò in tempo, data la breve vita, a dire a tutti come la penso su tutto. Allora, come per la paura, sugli argomenti importanti è meglio darsi alla trattAzione.

Pensieri da ricordare:

- mi sembro capitan uncino. Stabilire il perché.

- trovare un sistema per far sì che l’orologio biologico si spenga il sabato e la domenica.

- stare lontana dai coccodrilli, quelli veri. Non è una metafora.

- chiamare qualche amico. Serve proprio? Sì, serve.

- cambiare la tariffa al cellulare. Spendo troppo e non posso sempre chiedere all’interlocutore :”Mi puoi chiamare te che ho finito i soldi?” Se lo facessero a me, mi incazzerei e molto.

- leggere di più. leggere di più, cazzo. E due.

- volevo parlare di quella cosa della forma, che molti dicono che è il modo di dire le cose che è sbagliato e non la sostanza e te lo dicono come a dire che “devi dire diverso.” E invece la forma è la sostanza.  L’ha detto una volta anche Aldo Busi. Come ti permetti, del resto, di dirmi che non ho il modo giusto? Proprio ieri in treno sentivo una ventenne che parlava al telefono con quelle frasi preconfezionate tra cui appunto “quello che dici può anche essere giusto, ma sbagli la forma.” Sì, cretina che non sei altro, sbagli a comprare il reggiano. La prossima volta compra padano. Consuma comunque, consuma sempre e in ogni luogo. Meno male che mia sorella minore è un genio rispetto alla media dei ventenni nei cui discorsi, mio malgrado, mi imbatto. Fortunatamente mi somiglia.  Ora spero di non ritrovarmi all’inferno con il corpo conficcato nel ghiaccio.

- mi è arrivato un messaggio di telefonia. Voglio proprio cambiare gestore.

- trovare un sistema per far sì che il mio compagno di letto smetta di russare.

- andare alla montagnola e comprare completi intimi nuovi cinesi da due lire. Non è per le due lire, è che mi piace proprio il made in china. Il compagno di letto non è d’accordo, forse è per quello che russa.

- avere sempre coraggio. E’ importante. E’ importantissimo.

- lavare? pulire? lasciare stare e andare a divertirsi dopo una settimana di lavoro? ma soprattutto, votare? questa volta no. mi dispiace perché il voto è l’esercizio di un diritto-dovere e io sono una che è sempre andata a votare, ma stavolta mando tutti a cagare, perché mi sono stancata di essere presa in giro, a destra, a sinistra, in alto, in basso, fai la giravolta, falla un’altra volta, guarda in su, guarda in giù, dai un calcio a chi vuoi tu.

- la coperta estiva è davvero bella. come farò quando dovrò toglierla?

- tuttosommato è bello vivere. soprattutto quelle vite come la mia dove ogni annata è diversa dall’altra. questa è un’annata buona. tipo quelle robe del vino. sarebbe da ubriacarsi tutti i giorni…