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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘pensatrice cre-attiva’

I SALOTTI CRE-ATTIVI – PUNTATA 1

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settembre 17th, 2011 Posted 08:33

http://youtu.be/eflr1vuDUA8 (Puntata 1 su Youtube)

Silvia incontra Silvia a Bologna: è caldo, è tardi, è il destino. Magari è solo merito di Facebook. No, facciamo che è il destino, che fa più figo. Si tratta di quel tipo di destino che dice “tu e tu, scontratevi qui, adesso” e poi dice “pensatela uguale, scopritevi simili”. Entrambi scrittrici dal passato più o meno glorioso e dall’avvenire più o meno dubbio, si trovano d’accordo su un punto: si scrivono fiumi di carta, ma non c’è pubblico. E se c’è, ha altro da fare. Quindi l’idea: prendiamo un leggio e ci piazziamo in giro per le città, leggiamo di noi nei salotti cre-attivi. Leggiamo di noi, agli alberi, ai muri, al vento, alle strade. Leggiamo di noi al nulla. Vedrai che ci ascolta…

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I Salotti cre-attivi di Silvia&Silvia – Puntata 0

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luglio 12th, 2011 Posted 17:33

http://youtu.be/tdcX6WlQgoI (Puntata 0 su Youtube)

Un progetto video culturale nato dall’idea di due scrittrici, Silvia Castellani e Maria Silvia Avanzato.

Silvia incontra Silvia a Bologna: è caldo, è tardi, è il destino. Magari è solo merito di Facebook. No, facciamo che è il destino, che fa più figo. Si tratta di quel tipo di destino che dice “tu e tu, scontratevi qui, adesso” e poi dice “pensatela uguale, scopritevi simili”. Entrambi scrittrici dal passato più o meno glorioso e dall’avvenire più o meno dubbio, si trovano d’accordo su un punto: si scrivono fiumi di carta, ma non c’è pubblico. E se c’è, ha altro da fare. Quindi l’idea: prendiamo un leggio e ci piazziamo in giro per le città, leggiamo di noi nei salotti cre-attivi. Leggiamo di noi, agli alberi, ai muri, al vento, alle strade. Leggiamo di noi al nulla. Vedrai che ci ascolta…

A settembre 2011 su questi e altri schermi…

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I salotti cre-attivi

Cari “amici” vi scrivo, così mi riconcentro un po’

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ottobre 20th, 2010 Posted 17:41

Girando in internet e per Facebook, ho trovato un sacco di critiche riguardanti i reality; in questo momento si attacca più facilmente il Grande Fratello, perché è appena cominciato, poi quando più avanti inizierà l’Isola dei Famosi, quegli stessi che oggi sparano critiche (non costruttive) sul Gf, domani spareranno sull’Isola. Insomma, i suddetti sono in balia totale degli eventi, ma fanno finta di dimenticarselo. Quando si attaccano i reality, io mi sento in dovere di fare delle considerazioni, anche dure. A prescindere dal fatto che a me i reality piacciono, le considerazioni le voglio fare perché non si può fare finta di niente quando si leggono miriadi di cazzate. Intanto mi lasciano molto perplessa quelli che sono solo capaci di appellarsi immancabilmente alla celeberrima “basta spegnere la tv”. D’accordo, spegnete questa maledetta tv, ma il problema non lo risolvete così, perché il messaggio televisivo, nel bene e nel male, non lo blocchi con un pulsante del telecomando. Che questo sia chiaro. Allora, invece di lanciare qua e là degli status – slogan per raccogliere dei consensi inutili, a fini pratici, o lanciarsi in discussioni eterne per concludere: “Ma tanto questa è l’Italia!, come a dire che razza di paese di m….a, io penso sia più utile fare qualcosa. Perché sono i fatti che restano e che provano a cambiare, e a volte ci riescono, le cose. Allora, attenendosi ai reality, ma il discorso vale per tutto, eh! Della serie che se io, per esempio, mi faccio sfruttare con lo stage gratuito sperando poi mi diano il lavoro (vai tranquillo/a che è molto probabile che non te lo danno, preferiscono prendere un altro/a stagista), poi posso pure lamentarmi su Fb, ma se rimango a novanta a subire!!! Sono innocuo. Capito? Innocuo. Allora, torniamo al nostro Grande Fratello. Da quanto leggo: pensate che ci sono sempre i soliti stereotipi, che il Grande Fratello, che è il capostipite dei reality, non vi rappresenta pé nniente (vi ricordate Benigni in Johnny Stecchino? Quello…. quello non mi somiglia pè nniente), pensate che il Gf non dovrebbe nemmeno esistere? E però esiste e lo guardano milioni di persone, guarda un po’. Allora, a prescindere dal fatto che a me piace, ma questo è un altro discorso, ragioniamo nella maniera più obiettiva possibile partendo dal fatto che i reality ci sono in Italia e hanno successo. E non tiratemi fuori l’Inghilterra o altri paesi dove, magari, hanno meno successo. Cazzo, viviamo in Italia, stiamo qui sì o no? Ergo: l’unica alternativa seria è entrare in campo, ché a limitarsi al lamento su internet e sui social network non si conclude niente. Per quanto mi riguarda, come ho detto nel video-provino, penso che siano maturi i tempi perché il Gf possa ospitare personalità diverse da quelle che ci siamo abituati a vedere nelle prime dieci edizioni. Penso che ci stiano alla grande la strafiga, pure quella rifatta, il modello, l’imprenditore ventenne (che quindi lo è al 90 per cento con i soldi di papi), penso che ci stia tutto il caso umano e anche l’arrivista. In fondo, la società è anche questa. Ma non solo questa. E io ci tengo proprio a fare un altro “gioco” senza paura di vedere. Poi come va va, l’importante è mettersi nel gioco, crederci, combattere per un’idea, nel mio caso per la Parola. O no?

Con le mie parole sono pronta a fare i fatti. Sono dell’idea che bisogna adattarsi ai tempi in cui si vive anche per farsi conoscere dal punto di vista letterario. E questi, signori, sono tempi da reality. Tenere le parole nel cassetto è forse più dignitoso che volere scrivere un libro in diretta tv? Non credo; trovo anzi che quest’ultima, che ho chiaramente esplicitato nel mio video-provino sia una bella sfida. Questo per dire che se fossi stata una scrittrice ai tempi di Lorenzo il Magnifico, sarei andata a trovarlo a cavallo con la piuma d’oca e la boccia d’inchiostro sotto al braccio a proporgli la mia opera…

Impressioni a caldo (ho 38 di febbre) sui concorrenti del Grande Fratello 11

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ottobre 19th, 2010 Posted 12:10

Una prima considerazione dal punto di vista astrologico: troppi acquari puri e troppi sagittari. Si attaccano. Ma io per caso mi intendo di segni zodiacali? Certo che no, ma chissenefrega. Io sento e in questo momento sento che manca una cuspide, ovvero un concorrente nato a cavallo, come la sottoscritta, cavallo pure per l’oroscopo cinese. E veniamo appunto all’oriente. Andrea Cocco potrebbe fare lo stilista, ha un nome perfetto in questo senso e un fascino sopra la media; a prescindere dal fatto che abbia viaggiato, penso sia uno che fa viaggiare la testa. Si vede lontano un miglio che è intelligente e non perché ha fatto il liceo classico che comunque, fidatevi, fa bene. Il gigolò mi ha lasciata interdetta. Evidentemente mi aspettavo un Richard Gere o giù di lì, una specie di tronista mancato, ma poi ho pensato improvvisandomi Fiorello quando imitava l’avvocato Messina nelle sue arringhe difensive: ma chi siamo noi per giudicare, per aspettarci un gigolò piuttosto che un altro? Cosa ne sappiamo noi di questo mondo e di come viene misurata la belta’ dei suoi protagonisti? Poi ci sono la barista, la cubista, la giornalista, il figlio del fu camorrista e, nella mischia, spero salti fuori l’ex seminarista. Insomma, una sfilza di isti da fare paura a cui si aggiunge il padre del nascituro che personalmente non ho ben compreso. Vuole entrare, poi però quando gli dicono che starà un po’ serrado in albergo con la sua Annapaola, dice che va bene così, un po’ come a dire: “ma sì, ma dai, anche se non mi fate entrare va bene lo stesso”. Ma allora, caro il mio violin(ista), te la suoni da solo la messa? Nel senso: sii più convinto, Santo Cielo, altrimenti non convinci nemmeno noi. Gira e rigira torno sempre sul luogo del delitto: dov’è l’ex seminarista? Voglio saperlo. Leggendo le schede di presentazione dei concorrenti sul sito del Grande Fratello, noto che odiano tutti l’ipocrisia, la falsità e l’indifferenza. Ci mancherebbe. Però adesso aspettiamo un paio di settimane, va bene? E poi vediamo chi la spara più grossa. E mi vengono in mente dei lunghi coltelli e allora “forza Cocco, cucinali per le feste!” In senso figurato, s’intende. E come avrete capito, io sono una che prende sempre parte, che parteggio. Io odio gli indifferenti, come Puffo Brontolone e Gramsci. Poi c’è la salentina, che mi ricorda la Romina Power dei primi anni ‘80. La sua macro-ossessione è la taranta. Chiunque incontra, se vuole diventare suo amico, deve fare un balletto pizzicato, altrimenti non ha speranza. Veniamo a David. Appena l’ho visto ho pensato fosse sui trampoli e facesse il giocoliere. Bretelle-dipendente non passa inosservato. Allegro e positivo (?), non ha mancato di sottolineare a più riprese come il formaggio facesse schifo e, ancora, che non è mica un gatto, lui, che può stare al buio. Io ce l’ho in mente un tipo di gatto che potrebbe descriverlo al meglio, ma è più saggio aspettare, magari si trasforma nella tartaruga Oogway di Kung Fu Panda e mi illumina con motti del tipo: “ti preoccupi troppo di ciò che era e di ciò che sarà. Ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono. Per questo si chiama presente”. Altro da quello che leggo nella sua scheda: “impara dal passato, vivi il presente e sogna il futuro”. Sulla redattrice del giornale locale (quella col cappello da pittrice, che la devi chiamare LaCri per forza e invece a me piacerebbe chiamarla Giuda e baciarla) e sulla giornalista di gossip (quella della “mutanda giusta” e che a lei nessuno gliela fa sotto al naso) non commento più di tanto. In fondo, cosa servirebbe negare, sono due nemiche nel senso che se entrassi nella casa, le nominerei fisse per togliermele dalle palle perché la vera scrittrice, nonché pensatrice cre-attiva, è una, non nessuna, ma nemmeno centomila. Figuriamoci tre. E adesso mi impongo di fermare le mani, altrimenti se continuo a muoverle sulla tastiera, faccio una strage delle due innocenti. Spendo due parole, esattamente due, sull’emiliano-romagnolo: anche no.

Immagine 3

La pensatrice cre-attiva (vizi d’arte, vizi d’ammore)

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ottobre 19th, 2008 Posted 17:31

« Per quale ruolo si propone ? » Mi hanno fatto questa domanda, un paio di giorni fa, ad un colloquio di lavoro presso una casa editrice. Ho avuto cinque secondi di panico perché non sapevo cosa rispondere. O meglio, io un’idea ce l’avevo ma se l’avessi sparata in faccia alla persona che mi stava esaminando, li avrebbe avuti lei cinque secondi di panico. Mi sono tolta dall’impasse facendo mente locale ad alta voce di quanto avevo fatto lavorativamente parlando e alla fine del ragionamento ho concluso : « insomma, sono flessibile. Mi presto a molti ruoli. Diciamo che non sono una grafica ». Intanto nel cervello mi rimbombava il motivetto di un cantautore italiano, Carlo Fava, che si intitola « L’uomo flessibile » e che dice : « Io domino perché mi muovo veloce. Sono fluido, elusivo, disimpegnato. Forse sono un po’ più furbo che intelligente. Insomma, sono un uomo moderno, ma talmente moderno che sono convinto che la società non esiste. E se esiste, non me ne frega niente ».
Se avessi detto a quella persona la metà di quanto mi girava in testa, avrebbe pensato che sono fuori di testa. E avrebbe pensato male. Spero possa arrivare presto il giorno in cui potrò dire, senza mezzi termini, che sono una pensatrice cre-attiva.