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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘sole’

Rifletto ma non mi abbronzo

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luglio 23rd, 2015 Posted 09:28

Rifletto ma non mi abbronzo

“RIFLETTO MA NON MI ABBRONZO”

Campagna di Romagna, Estate.

Voglia di rose

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aprile 13th, 2015 Posted 14:42

Voglia di naturalezza, di sole, di cose semplici.

Fotografia scattata per le strade di Romagna, 2014.

voglia di rose

Questa foto (nell’ambito del progetto “Romagna on the road”)

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ottobre 30th, 2014 Posted 14:58

In questa foto c’è tutto quello che mi appartiene. Una strada grande da percorrere, che non se ne vede la fine, il cielo con le sue nuvole, il sole, un po’ di verde speranza, involontario. E, soprattutto, un vetro appannato perché spesso, per vedere bene le cose, non bisogna avere una visuale chiara, trasparente, ma occorre piuttosto guardare attraverso.

L’arte ti rende libero

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novembre 1st, 2012 Posted 04:40

C’è un geranio fuxia.

Ci sono dei limoni stantii su un tavolo e c’è una candela che libera cera. Che sembra birra.

Un gatto passa e mi ricorda il cammino del tempo.

E c’è la sedia che volevi tanto. Ti ricordi?

Quanto l’ho cercata per te.

Ma non volevi sedere. Temevi di perdere la tua forza. Quale forza? Quella di continuare a togliermi il respiro.

Adesso qui l’aria la sento nei polmoni e la polvere è diventata deserto di pace.

C’è un uomo colorato attorniato da lana morbida ad ogni angolo.

Canta e scrive poesie.

E io so che lui ha sofferto e questo è privilegio di pochi.

L’uomo parla in fretta e si mangia le parole. Ma è il suo silenzio ad essere eloquente e a disegnare la prosa di una melodia serena che porta nel suo album nero come la notte dei tempi.

Tempi duri e poveri e stanchi di ascoltare le stagioni cariche di amori negati e intuiti dalle stelle.

Il mare non c’è qui. C’è solo un giardino che accoglie chi ha voglia di sentire emozioni.

Anche l’erba secca si lascia calpestare senza lamentarsi e senza curarsi delle voci in strada che interrompono.

Cosa non saprei.

Solo il sapore del miele. Perché qui è tutto giallo anche se il sole non passa.

Omaggio agli amici di Aquafan

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dicembre 18th, 2009 Posted 17:32

"Al sole" - foto di Silvia Castellani

Andare, camminare, ricreare. Gambe che vanno, che insistono, che accelerano, corrono, inseguono. La propria ombra che si allunga, ti raggiunge e precede il sogno di un attimo. Gambe che bramano, tese raccontano e portano in coppia una storia unica. Gambe che danzano, riempiono, rallentano, riprendono e circondano lo spazio che vedono. Si fermano. Di fronte ad un’isola vergine che dondola e magari scalpita, ma nell’acqua si affascina e innocua si culla. Il sole che illumina e riscalda i pensieri immobili. Poi l’acqua scivola via su di un gioco veloce e crea un turbine di emozione che se la intrappoli, se ne scappa lontana, attraverso un tunnel che termina su una spiaggia onirica. Dove donne si osservano, si specchiano, si cercano, si trovano. A loro agio è un superfluo descrivere, ché il senso è deciso dal languido e morbido essere in sintonia con uno spazio immaginifico. Andare, camminare, ricreare. Correre, accompagnare, riflettere. Come dire. Aspettare.

Guardare, sedere e allacciare nudi desideri con le scarpe lasciate in disparte, sull’altra sponda, a sorvegliare. Che sempre c’è l’ombra amica a riparare quel che accade nel mare di sensazioni che ci portiamo impresse nel cuore. Così i piedi possono finalmente godere, insieme alle gambe e ai loro pensieri, quella luce speciale che non ha nulla di artificiale ma solo la luccicanza di un raggio di sole. Con il vento che refrigera il fare, nessuno si salva, prima o poi dall’essere protagonista di un tempo unico che tutto amplifica grazie a  quel sorriso, quello sguardo, quel cenno risucchiati dall’onda emozionale che tutti travolge e qualcuno timido scansa, senza mai temere. Che proprio non può resistere agli scherzi e ai giochi di un’acqua indisciplinata che non se la smette di chiamare chi vuole partecipare.
Andare, camminare, ricreare. Braccia che vanno, che insistono, che accelerano, corrono, inseguono. La propria ombra che si allunga, ti raggiunge e precede il sogno di un attimo. Braccia che bramano, tese raccontano e portano in coppia una storia unica. Braccia che danzano, riempiono, rallentano, riprendono e circondano lo spazio che vedono. E si fermano. Poi si concentrano e si chiamano. Persone. Che si sdraiano, dormono e sognano, mentre si abbronzano, di tutto quel mondo intorno.
Si gongolano al pensiero sicuro che l’oggi è unico e muovono, insieme partecipano, che poi quell’attimo scivola via di nuovo, ancora, in quell’acqua che affascina e innocua ci culla mentre riflette le pose, le cose, le facce, le mani, le gambe, i pensieri che risplendono in mezzo a giochi d’acqua e di sole.