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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘ricordo’

“Perdono: dal rancore al ricordo”

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gennaio 3rd, 2018 Posted 00:18

“Personalmente credo che il perdono debba partire dalle mani. Sì, dalle mani. Il perdono, per come la vedo io, prende le mosse dalle mani. Prova a incaricare le tue mani, di ricercare il perdono, se devi perdonare qualcuno o qualcosa che la tua testa non vuole perdonare. La tua mente non perdonerà, forse, non ti perdonerà, passando automaticamente in rassegna i torti e le ragioni.”

È un piccolissimo pezzo del mio intervento di questa estate nel mistico monastero di Fonte Avellana, nell’ambito della kermesse che dà il titolo al volume, appena uscito per Faraeditore, intitolato “Perdono: dal rancore al ricordo” a cura di Alessandro Ramberti.

Rosarium (Rose e Misteri) è un progetto fotografico, e di pensiero, iniziato alcuni anni fa, e vuole essere in continua evoluzione.

Per sapere qualcosa in più su Rosarium, puoi andare ai seguenti link:

https://criticaimpura.wordpress.com/2015/06/14/rosarium-un-progetto-fotografico-di-silvia-castellani/

https://www.facebook.com/rosaerosarium/

rosa rosa

A luci spente. Follia dei colori

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settembre 7th, 2016 Posted 16:20

Chiameremo questo ricordo “Illumina-menti/Raccontami una favola”

Sono ad un incrocio, devo attraversare la strada, il semaforo è rosso.
Mi avvicino a un banchetto di vecchi libri, accanto all’incrocio, in attesa di attraversare. Se il semaforo è rosso, penso, meglio aspettare vicino a quei vecchi libri piuttosto che ai margini della strada.

L’uomo del banchetto mi guarda guardare, poi mi incoraggia a guardare meglio i suoi libri.
Io rispondo piena di timidezza, come a volermi scusare di essermi avvicinata senza volere potere comprare, che devo attraversare, ma il semaforo è rosso, per questo mi sono avvicinata.

Lui non dice niente. Sono attratta da un libro che nel titolo porta la parola immagine. Non lo tocco, non lo prendo nelle mani, è freddo fuori, per le strade, e mi fermo poco. Il tempo di un semaforo rosso.

L’uomo non dice niente, guarda me che guardo “IMMAGINE”.

Poi guarda il semaforo, ora io guardo l’uomo, e scatta il verde.
Non mi muovo perché la mia testa ha iniziato a pensare a un’ immagine…
I piedi rimangono fermi. Mi dico che ci sarà un altro verde. Allora attraverserò.

Le piace Kafka?
Dico sì.
Allora prenda questo libro, glielo regalo, è un po’ rovinato…
Allungo la mano e prendo “Lettere a Milena”. È della stessa stessa collana di un altro vecchio libro che comprai a un mercatino quella volta in gita a Roma, “La linea d’ombra” di Conrad.
Dico quattro parole: grazie e Buon Natale.
Lo sto guardando negli occhi, adesso.
L’uomo non dice niente, sorride e annuisce.
È ancora verde.

(Bologna, dicembre, un po’ di anni fa.)

A luci spente. Follia dei colori

Tempi antichi (per un po’ resto qui)

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maggio 27th, 2016 Posted 10:11

(Tempi antichi) Un pomeriggio di tredici anni fa, era primavera inoltrata, dovevo intervistare una pittrice. Quando mi vide, poco più che ventenne, rimase un po’ sorpresa. Seguitava ad osservarmi attentamente mentre mi faceva accomodare nel grande salone della sua casa nascosta dal verde, continuando a darmi del lei. Ricordo che ero molto emozionata, essendo la mia prima intervista ad un artista. Così mi ero truccata e vestita bene per l’occasione, e nemmeno avevo dimenticato di comperare una penna nuova, per prendere gli appunti su quanto avrei ascoltato. Volevo fare una bella impressione. Ricordo molte rose, dipinte nel grande salone della villa, rose di ogni dimensione e colore, pensai di trovarmi al cospetto della Pittrice delle Rose, mi ricordo, e chissà se lo scrissi poi nell’articolo che feci, oppure rimase solo un pensiero imprigionato in un antico ricordo. La pittrice a un certo punto mi chiese cosa stavo studiando, giurisprudenza, dissi. Quindi lei farà l’avvocato? Ma lei non ha la faccia da avvocato – aggiunse piano, come a dirlo tra sé e sé. Credo di no, credo che in qualche modo continuerò a scrivere, mi interessano molto le storie. Risposi una roba del genere e del resto avevo pur sempre vent’anni. Poi la pittrice mi raccontò la sua storia. Decise di fidarsi, evidentemente. Qualche giorno dopo uscì l’articolo. Quel giorno stesso mi telefonò la pittrice e mi disse: lei ha ragione, scrivere è il suo mestiere. E quello, penso ancora oggi, fu il complimento più bello e più guadagnato che abbia mai ricevuto.

Titolo della fotografia: «Tempi antichi, per un po’ resto qui»

verde - ph. S.C

Rosarium, ritrova-menti

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aprile 12th, 2015 Posted 14:22

Ritrovo ora queste parole scritte per una corrispondenza privata, alcuni mesi fa, su Rosarium. Le rileggo e le percepisco come fossero una sorpresa, dunque le condivido, come si fa con le cose belle:
- Con Rosarium ho scavato, per darti un’immagine, con le mani nella mia terra, per trovare le radici. Perché una persona senza radici e senza memoria non può capire il suo presente né inventare il suo futuro. Ricordare, infatti, è il primo passo per essere e divenire. E questo è il bello, che mi ha reso felice e che intendo trasferire a coloro cui voglio bene. -
Dettaglio di Rosa n. 5: LA SPERANZA (rosa verde neon su tappeto di foglie insanguinate) – misura 50×70
(E perdonatemi per questa ulteriore ricaduta)

Ritrovo ora queste parole scritte per una corrispondenza privata, alcuni mesi fa, su Rosarium. Le rileggo e le percepisco come fossero una sorpresa, dunque le condivido, come si fa con le cose belle:

Con Rosarium ho scavato, per darti un’immagine, con le mani nella mia terra, per trovare le radici. Perché una persona senza radici e senza memoria non può capire il suo presente né inventare il suo futuro. Ricordare, infatti, è il primo passo per essere e divenire. E questo è il bello, che mi ha reso felice e che intendo trasferire a coloro cui voglio bene.

Dettaglio di Rosa n. 5: LA SPERANZA (rosa verde neon su tappeto di foglie insanguinate) – misura 50×70

dettaglio rosa n.5

Sai perché…

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novembre 1st, 2012 Posted 12:14

La via dell'acqua|Fotografia di Silvia Castellani

Scriverò un libro dove a un certo punto il personaggio principale dirà questa cosa. Io lo so, che a un certo punto dirà esattamente così: “Sai perché le persone anche a distanza di anni capita che mi ricerchino? Perché regalo loro il senso della nostalgia. Perché sparisco da un giorno all’altro e non mi volto più. E chiunque tu sia, facendo così, lasci un vuoto che gli altri che vengono dopo non riescono a riempire. Lasci i perché irrisolti, lasci solo delle domande senza risposte, lasci un mistero che nessuna seduzione, nemmeno la più potente, potrà svelare al posto tuo, di te che te ne sei andato senza pietà, nemmeno per te stesso.”

L’arte ti rende libero

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novembre 1st, 2012 Posted 04:40

C’è un geranio fuxia.

Ci sono dei limoni stantii su un tavolo e c’è una candela che libera cera. Che sembra birra.

Un gatto passa e mi ricorda il cammino del tempo.

E c’è la sedia che volevi tanto. Ti ricordi?

Quanto l’ho cercata per te.

Ma non volevi sedere. Temevi di perdere la tua forza. Quale forza? Quella di continuare a togliermi il respiro.

Adesso qui l’aria la sento nei polmoni e la polvere è diventata deserto di pace.

C’è un uomo colorato attorniato da lana morbida ad ogni angolo.

Canta e scrive poesie.

E io so che lui ha sofferto e questo è privilegio di pochi.

L’uomo parla in fretta e si mangia le parole. Ma è il suo silenzio ad essere eloquente e a disegnare la prosa di una melodia serena che porta nel suo album nero come la notte dei tempi.

Tempi duri e poveri e stanchi di ascoltare le stagioni cariche di amori negati e intuiti dalle stelle.

Il mare non c’è qui. C’è solo un giardino che accoglie chi ha voglia di sentire emozioni.

Anche l’erba secca si lascia calpestare senza lamentarsi e senza curarsi delle voci in strada che interrompono.

Cosa non saprei.

Solo il sapore del miele. Perché qui è tutto giallo anche se il sole non passa.