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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

Posts Tagged ‘sogno’

Riprendo i sogni

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settembre 2nd, 2015 Posted 15:57

Riprendo i sogni

Riprendo i sogni.

Il colore si trova lì.

(1 settembre 2015)

Quello che non ho mai perso

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maggio 12th, 2014 Posted 08:57

Nella mia vita, fino ad ora, non ho mai perso la voglia di creare che in sè contiene il sogno e l’entusiasmo. E a volte mi immagino vecchia, su una sedia a dondolo con un cappello bianco in testa a falda larga. Mi immagino vecchia che parlo con un giovane e rispondo alla sua domanda dicendogli “quello che non ho mai perso nella mia vita? La voglia di creare” nonostante (sono tornata con la mente al giorno d’oggi)  ci siano tanti in giro che ce la mettono tutta ogni giorno per fartela perdere perché sono stronzi, sono furbi, corrotti nell’anima a volte ladri di entusiasmo, votati al dio profitto, venditori di illusioni, misere marionette che si atteggiano a star di qualcosa. Perché fanno di tutto (sono tornata con la mente al cappello bianco con la falda larga, seduta sulla sedia a dondolo guardo il mare) e faranno di tutto per farti perdere per strada la tua voglia di creare. E alla fine, come sarò diventata solita fare, gli darò un consiglio non richiesto. Gli dirò…no, questo non posso dirvelo, non è ancora tempo.

La vela bianca all'orizzonte

All’ombra dell’onda di Beatrice Impronta

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dicembre 4th, 2010 Posted 11:36

All’ombra dell’onda
mi ritroverai

Ad aspettare il mio amore
partito con te

Ad aspettare l’amore che mi hai portato via
L’amore che ti apparteneva
come la vita tua
come la vita mia

All’ombra dell’onda
mi ritroverai

Con il tuo corpo disegnato addosso
ed un mare di sogni che mi bagna la pelle

Arsa da un sole ormai senza ombra e senza dubbi….

"Ritratto d'edificio fiorenzuolese" - Foto di "Bio"

Parole di Beatrice Impronta

Foto di Fa”Bio” Baratto

Lettera da naufrago a naufraga(r)…

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settembre 3rd, 2010 Posted 20:02

Un marinaio pensa, su uno scoglio in riva al mare, ad un antico amor perduto…

"Lo scoglio" - foto di Silvia Castellani

Chissà dove sei, cosa fai, se mi pensi mai. Ora io qui ti penso, sì, e ripercorro quei giorni lontani e così inutili, dove ancora per noi tutto era possibile. Ora le cose sono cambiate, si sono evolute, si sono staccate da un guscio scintillante in cui noi soli abbiamo finito per credere. E in due non si può vincere un oceano di ostilità. Adesso io cerco sempre, come allora, cosa non so. Sempre in mare la mia anima di tempesta anche quando le acque appaiono calme. Sono lo stesso. Forse anche tu. Dovrei cambiare. Potrei? Non sarà il viaggiare o l’associarmi con gente straniera a darmi la pace. Non sarà nemmeno la fede, temo, perché sono troppo carnale e sofferente per farmi una ragione del bene. Esiste sulla terra questo bene? Esiste per certo, dentro di me, ma portarlo fuori, fare sì che l’Altro possa riconoscerlo, lo trovo ormai impossibile. I porti dove approdare sono tanti, ma ho perso la convinzione di potercela fare. Una volta era diverso. Una volta il segno avverso non aveva orecchie per me. Ora arranco, rido a stento e mi chiedo se la mia vita ha un senso. Ora non c’entra l’aver sofferto, la scoperta dell’abbandono, il perdono dato da un trono. Ora credo di essere solo, nonostante il mondo mi sorrida tutto. Ora penso al lutto che non ho mai accettato, quello di un addio che non doveva essere dato. Oggi è ingrato con questo mio fato che da un lato spinge ribelle per uscire a rivedere le stelle, dall’altro stantio non si riesce a prendere.

E così mi consolo, guardo il mare aperto, tu pure guardalo, come brilla, luccica di argento su questo scoglio dove sono naufragato. Non tentarmi più con il tuo ricordo, che pure mi riempie il cuore e non venire a visitarmi in sogno. Le illusioni nell’afferrare il tempo perduto non potranno riportarci in salvo e rimettere insieme i nostri pezzi illesi. Cerca, piuttosto, di essere felice.

Sopra quella convinzione di avere la verità

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febbraio 21st, 2010 Posted 13:59

Will Smith

Stanotte ho fatto un sogno. Ho sognato il principe d’arabia a un passo dallo svenimento che aveva le sembianze di Will Smith e io avevo un gran daffare a consigliargli di assumere un mio amico fotografo. E’ bravissimo, fantastico, dicevo allo svenuto d’arabia, una scena orrida, soprattutto perché a rifiutare il connubio non è stato il principe a un passo dal decesso, come ti aspetteresti, ma il mio amico fotografo che mi ha risposto tu sei scema, io le foto a questo sfinito non gliele faccio. E io: ma a te ti deve fregare che è il principe d’arabia, mica altro e poi vedrai che si riprende e lui no, ha detto che per l’estate a venire, le foto preferiva farle alla spiaggia numero x di cesenatico, ai mosconi. Va bene, fai come ti pare, gli ho detto. Mi sono svegliata perché spero che un sogno così non ritorni mai più. Sarà perché ieri sera è salito sul podio canoro per eccellenza Filiberto, sarà perché Maurizio mi ha fatto riflettere in maniera profonda quando non ero predisposta, sarà perché il teatro e l’orchestra hanno dato i numeri, pur evitando di bissare accanendosi con la chitarra della Cuccarini. Sarà che ho mangiato pesante. Ora basta però con i giochini. Voglio parlare degli operai, voglio interrogarmi : è giusto, nell’ambito di una trasmissione di intrattenimento come Sanremo, creare uno spazio, seppur breve, come accaduto ieri,  in cui si parla dei problemi veri? Ha sottolineato Maurizio che poi a fine serata le luci si sarebbero spente su Sanremo e invece la vita sarebbe continuata con tutti i suoi problemi. Già, la disoccupazione, la cassintegrazione e non solo per gli operai di termini imerese, l’Italia che piange. Anche se la Fornaciari, la battuta cade ad hoc, non capisce perché il mondo piange. Io lo capisco molto bene. Era agguerrito, Maurizio, voi state zitti ha detto a chi fischiava  e diceva probabilmente basta, che voleva il Festivàl, con l’accento sulla a come lo chiamava Mike. Però bisogna chiederselo : è giusta una parentesi profonda in un contesto di svago? Io me lo chiedo e mi rispondo che forse non è giusto, non è opportuno, ma visto che mala tempora currunt, è inevitabile. Ma  non ho la convinzione di avere la verità perciò non fischio verso il palco come fossi allo stadio e nemmeno fischio quando entra il trio Pufilu, dalle iniziali dei tre che per quanto mi riguarda potevano fare qualunque altra cosa più che ricordarci in musica che Filiberto, poveretto, è stato tenuto lontano dall’Italia amore mio, che crede nella sua cultura e religione  e che non ha paura di esprimere la sua opinione. E chi te lo impedisce, Filiberto! Mi pare che da quando sei tornato, hai fatto un po’ quel che cazzo volevi, però c’è un limite, dai. Cantare lascialo fare ai cantanti. Nonostante ciò non fischio  perché non ho la verità, dunque se Valerio Scanu dopo la vittoria mi rassicura che è un crescendo quella cosa dell’amore in tutti i laghi, fino all’universo l’universo (due volte come lo dice lui) e ancora oltre l’irraggiungibile, perché non dovrei credergli? Rimane fermo che sono libera di dire, di fare quello che mi pare, come dice Moro che quest’anno ha forse urlato un po’ più del solito, ma con la sua non canzone ci stava e io l’ho molto apprezzato così come pure le fuate di Enrico. Stop. Questo post sta dilungandosi ed è ora di far basta. Qualunque cosa mi abbia portato a sognare Will Smith non lo sapremo mai e nemmeno mi interessa. Mi interessa solo isolare una frase di Povia, l’unica che da sola è valsa la mia fruizione totale del Festivàl ed è : “sopra quella convinzione di avere la verità”. Una grande verità che rispetta la diversità. Avremmo tutti da imparare dal Futurismo delle Sorelle Marinetti. Perché a me la cosa che più mi fa incazzare e che mi porta, alla fine della  fiera o kermesse che dir si voglia, ad avere degli incubi notturni, è l’ignoranza fischiona di chi è convinto di avere l’unica verità.

Caro S. Ho fatto un sogno anch’io

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settembre 9th, 2008 Posted 22:45

Ho sognato che le persone avevano smesso di sognare poi ho sognato che quelle stesse persone senza i loro sogni si erano sgretolate. Ma anche da polvere continuavano a chiedersi fra di loro come era stato possibile che avessero perso la capacità di sognare.

Ho sognato che non c’era più ombra di cemento, che i bambini correvano scalzi sui prati senza paura di essere trafitti dalle siringhe. Che gli alberi erano alti e che c’erano adulti che si arrampicavano fino al cielo senza vergogna. Ho sognato che uno di questi uomini diceva agli altri che quella era la sua scalata al successo. Poi si è gettato dall’albero. E’ morto con il sorriso.

Ho sognato un circo dove gli animali facevano saltare nel cerchio infuocato gli uomini che invece di ribellarsi erano felici di gettarsi fra le fiamme. Ho provato a fermarli ma non mi hanno dato ascolto. Sono morti tutti e io sono rimasta sola.

Ho sognato che erano finite le scorte di amore e allora si ammazzavano i bambini perché, sentivo dire, sono esseri pieni d’amore. Mi sono messa a piangere. Era come se ammazzassero me.

Ho sognato un carro armato guidato da soldatini di carta. Puntavano il cannone contro le ballerine, finché una ballerina ha urlato : « tutto questo è un incubo »

Ho sognato un giradischi che suonava a vuoto. Era un trentatré giri che si ribellava al mondo perché voleva essere un trentun giri. Allora è arrivato il capo della musica. Si chiamava proprio così. Il capo della musica. Ha guardato il vinile e gli ha detto : non puoi scegliere cosa essere. Per te decido io. Io ero in quella stanza così ho chiesto al capo della musica : « e per te, chi cazzo decide ? » Poi ho preso il vinile e l’ho fatto girare a casa mia come voleva lui. Con trentun giri.

Ho sognato che ero in un ristorante vietnamita che mangiavo con dei serpenti sotto spirito vicino al tavolo. Siccome un mio commensale provava un immenso schifo, ho preso i serpenti e li ho gettati dalla finestra. Ci tenevo che  si gustasse la sua cena senza alcun elemento di disturbo. Poi però i serpenti si sono incazzati e ci hanno sfidati. Io non ci ho più visto e li ho fatti a pezzi.

Ho sognato l’interno della balena. C’era anche Pinocchio. Io ero il grillo. Solo che invece di parlare di Geppetto, ci siamo messi a giocare a strip poker. Noi e le sirene. L’unico corpo accettabile era il mio.

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